Qui di seguito il calendario degli appuntamenti per i “Corsi di discernimento al Sacramento del Matrimonio” per il 2026 nella vicarie di Montepulciano e della Valdichiana.
Qui di seguito il calendario degli appuntamenti per i “Corsi di discernimento al Sacramento del Matrimonio” per il 2026 nella vicarie di Montepulciano e della Valdichiana.
La città di Pienza si prepara a vivere due importanti momenti nel segno dell’ecumenismo e della devozione al suo patrono S. Andrea.
Infatti, domani 28 novembre 2025, alle ore 17, presso la sala “R. Massai” del Conservatorio di Pienza, si terrà la lectio magistralis di S.E. Rev.ma Athenagoras, Vescovo dell’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia su “Sant’Andrea nell’Ortodossia”. Alle ore 18 nella concattedrale di S. Maria Assunta si terrà il Vespro ecumenico alla presenza del Card. Augusto Paolo Lojudice vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e di Athenagoras, Vescovo dell’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia.
L’iniziativa è stata organizzata dai Servizi per l l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino , della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e dal Patriarcato Ecumenico Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia.
Il 30 novembre 2025 in occasione della solennità di S. Andrea, patrono di Pienza si terrà alle ore 17 il pellegrinaggio verso ala cattedrale partendo dalla Pieve di Corsignano.
Alle ore 18 la Santa Messa presieduta dal Card. Augusto Paolo Lojudice vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza. sarà possibile lucrare l’Indulgenza Plenaria.

Domani, mercoledì 26 novembre 2025, alle ore 18, presso Palazzo Piccolomini in Banchi di Sotto, 81 a Siena si terrà l’incontro sulla “Nostra Aetate 1965-2025”. A 60 anni dalla pubblicazione di questo importantissimo documento del Concilio Ecumenico Vaticano II si confronteranno il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, Gadi Piperno, Rabbino Capo di Firenze, Izzedin Elzir, Imam della comunità di Firenze. Coordina il diacono, Renato Rossi.
L’iniziativa è promossa dai Servizi per l l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza.

“Nell’unità della fede, proclamata fin dalle origini della Chiesa, i cristiani sono chiamati a camminare concordi, custodendo e trasmettendo con amore e con gioia” Gesù Cristo. È Lui il “dono” che gli uomini hanno “ricevuto”, l’“Unigenito Figlio di Dio, disceso dal cielo per la nostra salvezza” nel quale hanno dichiarato di credere i vescovi partecipanti al Concilio di Nicea, nel 325.
Leone XIV lo scrive nella “Lettera apostolica In unitate fidei nel 1700.mo anniversario del Concilio di Nicea” che ha consegnato alla Chiesa il 23 novembre, solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo, a pochi giorni dal suo viaggio apostolico in Türkiye e in Libano, per incoraggiare “un rinnovato slancio nella professione della fede, la cui verità, che da secoli costituisce il patrimonio condiviso tra i cristiani, merita di essere confessata e approfondita in maniera sempre nuova e attuale”.
LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA APOSTOLICA DI PAPA LEONE XIV: UNITATE DEI
Ieri – per la seconda volta dopo il successo dello scorso anno – il gruppo dei ragazzi “speciali” di Pontedera (PI) sono stati i protagonisti in occasione della Santa Messa festiva delle ore 10.30 di Terminata la celebrazione, si sono esibiti con qualche pezzo canoro guidati dalla loro educatrice Barbara che ha formato qualche anno fa il gruppo “L’Ottava nota”.
“Vi ringraziamo perché ci avete fatto passare una giornata fantastica, sia a noi che ai nostri figli”. Sono le parole di una mamma al termine del pranzo offerto oggi dalla Parrocchia in Canonica per quasi 40 ospiti provenienti dalla comunità di Pontedera (PI). Ragazzi che formano il gruppo “L’Ottava nota” e che, grazie al loro essere speciali, ci ricordano che la Chiesa è innanzitutto madre e tutti accoglie nel suo grembo materno.

Venerdì scorso presso la sede della LUBIT, palazzo vescovile di Chiusi, si è tenutala conferenza biblica sugli Atti degli Apostoli a cura di Mons. Benedetto Rossi.
Il tema è statp “La Chiesa che sempre (ri)nasce. Alle origini dell’esperienza cristiana”.
L’evento è stato promosso dalla Libera Università per le Scienze Biblico teologiche (LUBIT).

Indicazioni, spunti, suggerimenti, visione di una Chiesa viva che vive tra la gente per sviluppare “una cultura dell’incontro”, in puro stile sinodale nonostante questo sia “un tempo segnato da fratture” e nel quale però bisogna essere “artigiani di amicizia, di fraternità”. Nel discorso di Papa Leone che segna la conclusione della 81.a Assemblea generale della CEI, c’è la prospettiva, c’è una strada maestra che la Chiesa italiana, di cui è primate, è chiamata a percorrere.
Il Pontefice arriva nella Basilica di Santa Maria degli Angeli intorno alle 9.30, dopo aver reso omaggio alla tomba di San Francesco nella cripta della Basilica inferiore. Un applauso da parte di tutti i presuli, riuniti nella cittadina umbra dal 17 novembre, accompagna l’ingresso del Papa che si dirige verso la Porziuncola portando un mazzo di rose gialle e bianche. Un gesto, spiegano i francescani, che tutti i Pontefici compiono in ricordo di quanto accadde a san Francesco. Il frate si gettò su un rovo di rose con spine ma le spine caddero e lui non si ferì, per ringraziare Francesco portò le rose senza spine alla Madonna degli Angeli.
Ripartire dall’atto di fede
“Sono contento – afferma Leone XIV all’inizio del suo discorso – di questa mia prima sosta, seppur brevissima, ad Assisi, luogo altamente significativo per il messaggio di fede, fraternità e pace che trasmette, di cui il mondo ha urgente bisogno”. Quello di oggi è infatti un tempo di fratture, sia “nei contesti nazionali e internazionali”, dove emerge sempre più un linguaggio segnato da “ostilità e violenza” e dove si lascia indietro chi è più fragile, dove la libertà è messa a rischio dall’”onnipotenza tecnologica” e dove domina la solitudine.
La Parola e lo Spirito ci esortano ancora ad essere artigiani di amicizia, di fraternità, di relazioni autentiche nelle nostre comunità, dove, senza reticenze e timori, dobbiamo ascoltare e armonizzare le tensioni, sviluppando una cultura dell’incontro e diventando, così, profezia di pace per il mondo.
Accorpamento delle diocesi
Il Papa ricorda le coordinate suggerite nell’udienza del giugno scorso con i particolari accenti sull’annuncio, la pace, la promozione della dignità umana, la cultura del dialogo, la visione antropologica cristiana. Ora è necessario tracciare le linee pastorali da parte dei vescovi “in uno spirito veramente sinodale nelle Chiese e tra le Chiese del nostro Paese”. Dando sempre più forma ad una “Chiesa collegiale” e dunque non tornando indietro sul tema degli accorpamenti delle diocesi, unendo le forze e rendendo “le nostre identità religiose ed ecclesiali più aperte”. Il desiderio del Pontefice è che i presuli suggeriscano proposte sul futuro delle piccole diocesi che hanno poche risorse umane per valutare come andare avanti e costruire “comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti, nelle quali le relazioni si traducono in mutua corresponsabilità a favore dell’annuncio del Vangelo”.
Consultazione di popolo
Nello stile sinodale si legge l’indicazione del Pontefice di accogliere le istanze del popolo di Dio. Invita a rafforzare il coordinamento tra il Dicastero per i Vescovi e la Nunziatura Apostolica per promuovere “una maggiore partecipazione di persone nella consultazione per la nomina di nuovi Vescovi, oltre all’ascolto degli Ordinari in carica presso le Chiese locali e di coloro che si apprestano a terminare il loro servizio”.
Imparare a congedarsi
Leone XIV esorta a combattere l’inerzia che rallenta i cambiamenti, a “imparare a congedarsi”, come raccomandava Papa Francesco, e pertanto, afferma, “è bene che si rispetti la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli Ordinari nelle diocesi e, solo nel caso dei cardinali, si potrà valutare una continuazione del ministero, eventualmente per altri due anni”. Il Papa chiede alla Chiesa a fare memoria della strada percorsa dal Concilio Vaticano II, segnata dai Convegni ecclesiali nazionali.
La Chiesa in Italia può e deve continuare a promuovere un umanesimo integrale, che aiuta e sostiene i percorsi esistenziali dei singoli e della società; un senso dell’umano che esalta il valore della vita e la cura di ogni creatura, che interviene profeticamente nel dibattito pubblico per diffondere una cultura della legalità e della solidarietà.
Abitare i media digitali
Sulle sfide poste dai nuovi media, suggerisce di non limitarsi ad usare questi strumenti ma “educare ad abitare il digitale in modo umano, senza che la verità si perda dietro la moltiplicazione delle connessioni, perché la rete possa essere davvero uno spazio di libertà, di responsabilità e di fraternità”.
A fianco dei poveri
“Camminare insieme, camminare con tutti, significa – evidenzia il Papa – anche essere una Chiesa che vive tra la gente, ne accoglie le domande, ne lenisce le sofferenze, ne condivide le speranze”. Continuate a stare vicini alle famiglie, ai giovani, agli anziani, a chi vive nella solitudine. Continuate a spendervi nella cura dei poveri: le comunità cristiane radicate in modo capillare nel territorio, i tanti operatori pastorali e volontari, le Caritas diocesane e parrocchiali fanno già un grande lavoro in questo senso e ve ne sono grato.
Qui il testo integrale del discorso: INCONTRO CON I VESCOVI ITALIANI ALLA CONCLUSIONE
(Fonte e foto da: www.vaticannews.va).
È morto questa mattina, nella sua casa a Firenze, il Direttore di Toscana Oggi Domenico Mugnaini. Aveva 65 anni e da tempo lottava con la malattia. Accanto a lui la moglie Barbara e i figli Andrea e Giovanni.
Dal settembre 2019 dirigeva il settimanale delle diocesi toscane, con cui giovanissimo aveva iniziato a muovere i primi passi nel giornalismo. Corrispondente per “Il Popolo” dal 1987 al 1994, collaboratore di “Avvenire”, aveva svolto il praticantato presso “La Gazzetta di Firenze” tra il 1989 e il 1991. Dal 1990 aveva iniziato la collaborazione con l’agenzia Asca. Dopo una collaborazione con il Gr2 Rai, dal 1993 al 1999 è stato Caporedattore per la Cecchi Gori Comunications, guidando la redazione giornalistica di Canale 10. Dal 1999 al 2002 ha lavorato all’ufficio stampa del Comune di Firenze; nel 2002 è diventato Redattore dell’agenzia Asca di Firenze. Nel 2004 è entrato come Redattore nella sede Ansa di Firenze, di cui nel 2018 è stato nominato Caposervizio aggiunto. Durante gli anni all’ASCA e poi all’ANSA si è occupato principalmente politica ed economia, oltre alle grandi inchieste di cronaca nera e giudiziaria, come il processo per il Mostro di Firenze, la Strage dei Georgofili, il naufragio della Costa Concordia e soprattutto, sin dal 1990, alle vicende legate alla banca Monte dei Paschi.
Nel 2015 ha curato l’ufficio stampa per la visita di Papa Francesco a Firenze, collaborando per l’organizzazione di un evento che ha segnato la vita fiorentina e la vita della Chiesa italiana. Dal 2017 era nel Consiglio di amministrazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore; da aprile 2019 a giugno 2022 è stato consigliere della Scuola di Arte Sacra di Firenze.
Nel 2019 il ritorno a Toscana Oggi, che ha diretto fino all’ultimo con fermezza e rigore, dando la sua impronta al settimanale. Era anche consigliere della Fisc, la federazione che riunisce i settimanali cattolici d’Italia. Nel 2023 ha ricevuto il premio giornalistico Pirovano-Liverani, organizzato dal Movimento per la Vita “per il suo impegno in difesa della vita”.
Qui il testo del messaggio scritto dal Card. Augusto Paolo Lojudice a nome di tutta la Conferenza Episcopale Toscana:
E’ un momento di profondo dolore per tutta la Conferenza Episcopale Toscana. La scomparsa di Domenico Mugnaini è una grande perdita per tutte le nostre comunità e per quanti hanno sempre creduto in un giornalismo serio e al servizio della persona. A nome mio e dei confratelli vescovi desideriamo esprimere le nostre condoglianze alla sua famiglia in questo momento di grande sconforto per sottolineare la nostra vicinanza, il nostro affetto e la nostra riconoscenza.
Domenico è stato un giornalista esemplare, un direttore illuminato che ha saputo portare Toscana oggi ad essere un giornale di riferimento non solo per il mondo cattolico toscano, ma un anche per quel mondo laico con il quale non si è mai sottratto al confronto pacato, ma fermo.
Mugnaini ha saputo creare una rete di rapporti e di scambio con tutte le realtà Toscane, ma è andato oltre allargando l’orizzonte a uno sguardo nazionale.
Il nostro direttore, così lo vogliamo ricordare, con il suo il modo deciso di comunicare e di fare giornalismo guardando al Vangelo senza paura e senza timori di confronto. Quando se ne va una persona cara non è mai possibile colmare il vuoto che lascia, ma certamente noi abbiamo il compito e il dovere di ricordarla. Nei prossimi giorni annunceremo alcune iniziative in sua memoria”
In occasione della festa di Santa Cecilia, sabato prossimo, 22 novembre 2025, alle ore 16, presso la Concattedrale di San Secondiano a Chiusi, vivremo insieme il Giubileo delle Corali Parrocchiali.
Sarà uno degli ultimi appuntamenti giubilari: un momento prezioso di incontro, confronto e preghiera, nel quale i nostri cori potranno condividere la propria esperienza e la propria testimonianza di servizio liturgico.
Ogni corale eseguirà due brani del proprio repertorio parrocchiale, al termine, tutte le corali riunite canteranno insieme l’Inno del Giubileo, seguito da un breve momento di preghiera comunitaria.
Oggi 60 istituzioni religiose hanno annunciato il loro disinvestimento dalle compagnie di combustibili fossili, inviando un forte segnale ai negoziatori del vertice ONU sul clima in Brasile sull’urgente necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili, dati gli impatti dannosi su clima, biodiversità e diritti umani derivanti dall’estrazione, dal trasporto e dalla combustione di combustibili fossili.
L’elenco odierno delle istituzioni che hanno disinvestito include cinque diocesi cattoliche (quattro in Italia e una in Canada), ordini religiosi cattolici in Francia, Belgio, Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti, banche cattoliche e protestanti in Germania e 42 membri dell’Arbeitskreis Kirchlicher Investoren (AKI), una rete di investitori istituzionali della Chiesa protestante tedesca. Un elenco completo delle istituzioni che hanno disinvestito è disponibile qui.
Per la prima volta, una diocesi cattolica in Canada ha annunciato il disinvestimento dalle aziende produttrici di combustibili fossili. La sua decisione è particolarmente significativa in quanto il Canada, insieme a Stati Uniti, Australia e Norvegia, è tra i principali responsabili dell’espansione dei combustibili fossili dopo l’Accordo di Parigi. Insieme, questi quattro Paesi hanno aumentato la produzione di combustibili fossili di quasi il 40% tra il 2015 e il 2024, mentre la produzione nel resto del mondo è diminuita del 2% nello stesso periodo.
In Italia, colpita da caldo estremo, incendi e alluvioni negli ultimi mesi, gli appelli al disinvestimento da parte di numerosi vescovi cattolici e della Comunità del diaconato sono particolarmente significative. Forniscono una chiara dimostrazione del forte sostegno all’eliminazione graduale dei combustibili fossili all’interno della Chiesa cattolica in Italia. Di particolare significato la dichiarazione con cui il Cardinale Augusto Paolo Lojudice annuncia il disinvestimento dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino e della Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza legando i combustibili fossili anche ai conflitti: “(…) La decarbonizzazione è un atto di giustizia, di amore per i poveri e di speranza per le generazioni future come ci ha indicato papa Francesco. Questo impegno esprime anche la nostra solidarietà con coloro che subiscono le conseguenze di conflitti spesso alimentati dalla dipendenza dai combustibili fossili, un tema affrontato più volte anche da papa Leone XIV che ha chiesto di porre rimedio al fatto che la «nostra terra sta cadendo in rovina»”. Ad evidenziare che la scelta del disinvestimento in Italia sia sempre più legata alla coerente decisione delle diocesi di impegnarsi nelle Comunità Energetiche Rinnovabili come scelte comunitarie, è la dichiarazione del Vescovo di Lucca Mons. Paolo Giulietti “(…) Il progressivo abbandono delle fonti fossili e l’utilizzo di energie rinnovabili è una di queste: al progetto delle comunità energetiche, si aggiunge l’adesione ai processi di investimento “fossil free”. Spero che tutta la nostra comunità diocesana faccia passi in avanti in direzione di una sostenibilità che esprime rispetto per il creato e amore per il Creatore.”. Su questa linea anche la Diocesi di Cremona che a firma del direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e Lavoro afferma: “Il nostro impegno al disinvestimento dal fossile, scelta fondamentale per la transizione energetica, si è concretizzato anche in un lavoro capillare di coordinamento per la realizzazione di CER che vedono le parrocchie promotrici, assieme a Comuni e ad Enti del Terzo settore e Fondazioni; sono 72 gli enti sino a oggi coinvolti con il progetto Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) promosso dalla Diocesi di Cremona grazie alla costituzione, a fine dell’anno 2024, di 6 CER sul territorio diocesano in 27 comuni delle province di Cremona, Bergamo e Mantova. Realtà già operative e pronte a raccogliere l’adesione dei privati cittadini e delle piccole e medie imprese. A queste CER si aggiungerà presto una settima comunità per la città di Cremona, sul medesimo modello organizzativo delle altre già costituite. (…) Nell’ultima conferenza stampa, in occasione dell’avvio del progetto di costituzione della CER “Città di Cremona” il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha sottolineato «La sfida ambientale e quella di una economia di solidarietà, la cura dei processi democratici e partecipativi – ha sottolineato il vescovo – sono questioni che non possono vederci distratti o disimpegnati, né ideologicamente divisi, perché è in gioco il futuro dell’umanità nella sua casa comune.».” Ad alzare la voce dell importantissimo legame tra disinvestimento dai combustibili fossili e migrazioni è Emanuele Selleri, Direttore Esecutivo, Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS) e già responsabile di Casa Scalabrini 634, la struttura romana che ospita richiedenti asilo e rifugiati dove ASCS ha sede: “Crediamo come associazione che lavora e vive al fianco di migranti e rifugiati che il cambiamento climatico sia una delle cause più tragiche delle migrazioni forzate e non possiamo girarci dall’altra parte in questo momento così delicato.”
(Le dichiarazioni complete sono riportate sotto)
Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza: “Il nostro impegno per il disinvestimento non è solo una decisione economica, ma anche morale: una testimonianza che la fede deve illuminare ogni aspetto della vita, incluso il modo in cui ci prendiamo cura della nostra Casa Comune. La decarbonizzazione è un atto di giustizia, di amore per i poveri e di speranza per le generazioni future, come ci ha mostrato Papa Francesco. Questo impegno esprime anche la nostra solidarietà con coloro che soffrono le conseguenze di conflitti spesso alimentati dalla dipendenza dai combustibili fossili, un tema affrontato ripetutamente da Papa Leone XIV, che ha chiesto un rimedio al fatto che la «nostra terra sta cadendo in rovina».”
Mons. Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca: “L’impegno della Chiesa per una seria conversione ecologica, volta alla salvaguardia della terra e delle sue creature, passa anche attraverso specifiche scelte comunitarie che migliorino le pratiche istituzionali e ispirino le scelte personali. Il progressivo abbandono dei combustibili fossili e l’uso di energie rinnovabili è una di queste: oltre al progetto di comunità energetica, stiamo aderendo anche a processi di investimento “fossil-free”. Auspico che tutta la nostra comunità diocesana compia passi verso una sostenibilità che esprima rispetto per il creato e amore per il Creatore.”
La parrocchia Santa Maria della Pace di Chiusi Scalo è da anni legata con progetti missionari e iniziative alla Repubblica Democratica del Congo, da cui proviene anche il viceparroco Don Jean de Dieu Kahongya Nduhi Ya Vusa.
Per questo, proprio dalla parrocchia di Chiusi si è voluto rilanciare un appello proveniente da un sacerdote che opera nel Paese africano, per accendere i riflettori su una tragedia che troppo spesso viene ignorata:
«Il silenzio del mondo pesa come una pietra sulle nostre spalle, mentre il dramma della diocesi di Butembo-Beni (Repubblica Democratica del Congo) continua a divorare vite innocenti nell’indifferenza quasi totale. Ogni giorno la nostra terra piange: rapimenti, massacri, famiglie distrutte, sogni spezzati. E ora, a questo calvario già insopportabile, si aggiunge una nuova ferita che lacera la nostra dignità e la nostra speranza.
Nella notte tra il 14 e il 15 novembre 2025, il nostro Centro di salute Byambwe, sull’asse Butembo-Manguredjipa, è stato incendiato da terroristi islamisti. Lì dove si curavano i deboli, dove si accoglievano i malati e si proteggevano i nuovi nati, oggi rimangono solo cenere e pianto. Abbiamo perso vite preziose—pazienti indifesi, neonati appena venuti alla luce—e con loro attrezzature, infrastrutture, e quel poco che una popolazione già impoverita cercava di preservare per sopravvivere.
Come può il mondo restare muto di fronte a tanto dolore? Come possono alcuni uomini ritenersi al di sopra della giustizia di Dio, seminando morte e devastazione? Il nostro grido non è solo denuncia: è un appello all’umanità, alla coscienza, alla compassione. E tuttavia, in mezzo alle ombre più fitte, noi crediamo che la luce non si spegnerà. La nostra speranza non ci sarà tolta. “La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno vinta.” (Giovanni 1,5). Che questa promessa ci sostenga, ci rialzi e ci ricordi che Dio non abbandona mai i suoi figli, nemmeno nella notte più dolorosa! Che Dio ci protegga!».
Una Toscana che rimetta al centro la dignità della persona, il valore del lavoro e la custodia del creato. È questo l’appello lanciato nel documento della Conferenza episcopale toscana, elaborato dall’Ufficio regionale per la Pastorale sociale e del lavoro. Il documento, dal titolo “Proposte di interventi su lavoro, ambiente e welfare per la regione Toscana”, è stato presentato questa mattina dal Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena, Vescovo di Montepulciano e Presidente della Conferenza Episcopale Toscana, dal Vescovo di Prato Giovanni Nerbini, Delegato della CET per i problemi sociali e il lavoro, e da Guido Pratesi dell’Ufficio CET per la pastorale sociale e il lavoro. Il documento è stato consegnato alla Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Stefania Saccardi, in rappresentanza delle istituzioni regionali. Contestualmente, è stato inviato al Presidente della Regione Eugenio Giani e ai consiglieri di maggioranza e opposizione.
«Proposte di interventi su lavoro, ambiente e welfare per la Regione Toscana» è un testo articolato e denso che invita la politica, le istituzioni e la società civile a un’assunzione condivisa di responsabilità, alla luce dei principi della dottrina sociale della Chiesa e delle sfide di oggi. «L’amore cristiano – si legge – spinge alla denuncia, alla proposta e all’impegno di progettazione culturale e sociale». Un invito a un umanesimo «integrale e solidale», in un tempo in cui l’economia globale appare segnata da fragilità, tensioni e disuguaglianze crescenti.
La Chiesa, «esperta in umanità», guarda dunque all’uomo prima che al profitto: «Il lavoro è per l’uomo, e non l’uomo per il lavoro», ricorda il documento citando Giovanni Paolo II. Da qui la volontà di offrire contributi concreti per una Toscana più giusta, solidale e sostenibile.
Il lavoro: dignità, giovani e sicurezza
Il primo capitolo del documento è dedicato al lavoro, «molto più di una semplice attività economica, ma vocazione e partecipazione al bene comune».
La Toscana conta oggi circa 350 mila imprese e oltre 1,6 milioni di occupati, ma il quadro – pur positivo in termini di occupazione complessiva – mostra segnali di rallentamento e profonde disparità tra settori e territori. Il manifatturiero, specie la filiera moda, è in flessione, mentre agricoltura, costruzioni e turismo tengono. In aumento, però, cassa integrazione e licenziamenti economici.
Da qui l’appello a una nuova cultura del lavoro, che metta al centro la persona e non la produttività a tutti i costi. I vescovi denunciano lo sfruttamento e la precarietà, chiedendo «un’alleanza per la verità e la giustizia» – come disse papa Francesco a Prato – e rilanciano alcune proposte concrete: incentivi per le imprese virtuose, una rete di ispettori sociali, formazione sulla sicurezza e un impegno condiviso contro il lavoro nero.
Una particolare attenzione è rivolta ai giovani, perché «il lavoro non è una merce, ma espressione della dignità dell’uomo». I dati sui Neet (13,8%) e sull’imprenditorialità giovanile spingono i vescovi a chiedere percorsi strutturati tra scuola e impresa, fondi per start-up, tirocini retribuiti e incentivi alla stabilizzazione.
Non manca l’attenzione ai lavoratori stranieri, oggi oltre 400 mila in Toscana, spesso impiegati in condizioni precarie. La proposta è quella di un «Patto di comunità per l’integrazione lavorativa» e di reti di mediazione culturale nelle aziende, per costruire rapporti basati su legalità e rispetto reciproco.
Ambiente: ecologia integrale e responsabilità collettiva
Il secondo capitolo guarda all’ambiente come questione non solo ecologica ma profondamente umana e sociale.
«Non c’è crisi ambientale che non sia anche crisi dell’uomo», ricordano i vescovi, richiamando la Laudato si’ e l’urgenza di un approccio integrale alla «salvaguardia del creato».
La Toscana è una terra ricca e fragile, con un territorio minacciato da dissesto idrogeologico, cementificazione e consumo di suolo. Per questo si sollecitano politiche territoriali più attente, capaci di limitare l’espansione edilizia e promuovere rigenerazione urbana e partecipazione dei cittadini.
Anche la gestione dei rifiuti richiede una svolta culturale: «Non basta costruire nuovi impianti – scrivono i vescovi – occorre ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo». L’invito è a investire sull’educazione ambientale, sulla riduzione dei rifiuti e sulla consapevolezza dell’impronta ecologica di ciascuno.
Nel campo dell’agricoltura e delle foreste, i vescovi chiedono di valorizzare le colture tradizionali, sostenere la biodiversità, incentivare l’agricoltura sostenibile e promuovere il riutilizzo delle acque reflue in ottica di economia circolare. «Il mondo agricolo – ricordano – è presidio del territorio e garanzia di equilibrio ambientale».
La cura del creato, insomma, non è un tema opzionale ma una dimensione spirituale e civile della vita comune.
Welfare: abitare, sanità, fragilità
Il terzo pilastro del documento riguarda il welfare, che i vescovi invitano a leggere come «cura delle fragilità» e come terreno decisivo di coesione sociale.
Al centro, la necessità di prevenzione, di un sistema sanitario più vicino alle persone e di un’attenzione rinnovata alle nuove povertà, materiali e relazionali.
Sul fronte sanitario, il documento rilancia il bisogno di completare la rete della medicina territoriale, rafforzando il ruolo dei medici di base e rendendo pienamente operative le Case della salute. Ma il welfare, avvertono i vescovi, non si esaurisce nella sanità: comprende la qualità dell’abitare, la solitudine degli anziani, le nuove forme di disagio giovanile e digitale.
Viene segnalato il crescente fenomeno degli hikikomori, del ritiro sociale e delle dipendenze, sintomo di una crisi di relazioni e di senso. «Dove abitano oggi i nostri giovani? E dove abitiamo noi?», chiedono i vescovi, invitando a ricostruire spazi condivisi e comunità accoglienti.
L’emergenza abitativa è definita una priorità. In Toscana, il costo della casa incide in media per il 22% sui redditi familiari, e l’edilizia popolare resta insufficiente rispetto alla domanda. Gli episcopati chiedono un piano straordinario per l’accesso alla casa, soprattutto per i giovani e per le famiglie vulnerabili.
Accanto a questo, serve un impegno concreto per gli anziani, non solo in termini di assistenza, ma di riconoscimento della loro dignità e memoria: «La durata della vita si è allungata, ma la qualità non sempre cresce allo stesso ritmo», si legge nel testo.
Un appello alla politica e alla società civile
Le proposte della Conferenza Episcopale Toscana non hanno valore programmatico, ma rappresentano un contributo alla riflessione pubblica in vista delle scelte politiche future. In un tempo di disillusione e polarizzazione, la Chiesa invita a recuperare una cultura politica autentica, capace di pensare in grande e di guardare all’uomo intero: «L’azione politica è cosa seria e va misurata sul bene di tutti e di ciascuno, e per la casa comune».
La conclusione del documento è un manifesto di fiducia: la Toscana, con le sue tradizioni civili, culturali e spirituali, ha le risorse per costruire un’economia umana e relazionale. Solo una Toscana che mette la persona al centro, dice la Conferenza Episcopale Toscana, potrà generare davvero futuro.
Le dichiarazioni
«Questo documento – ha spiegato il cardinale Lojudice – vuole continuare un dialogo, che è aperto su tante cose, e chiedere attenzione su alcuni temi che ci sembrano particolarmente urgenti, il lavoro, l’ambiente, il welfare. L’attenzione della Chiesa è rivolta come sempre alla persona, all’essere umano integrale. Come Papa Leone ci ha chiesto, guardiamo anche alle difficoltà di tante realtà lavorative sul nostro territorio. Su queste cose vogliamo continuare a confrontarci con tutti quelli che operano nel governo della regione e a servizio del bene comune».
Il vescovo Nerbini ha ricordato: «Papa Leone nel discorso alle diocesi toscane l’11 ottobre scorso in piazza San Pietro ha esortato le nostre Chiese a una vicinanza al mondo del lavoro. La commissione regionale di pastorale sociale ha lavorato con entusiasmo su questo documento, avanzando una serie di proposte che possono essere lo spunto per un dialogo, con i nuovi eletti al Consiglio regionale e con tutti coloro, sindacati, associazioni di categoria, che vorranno confrontarsi».
Per Guido Pratesi, «La partecipazione alla Settimana sociale dei Cattolici ci ha stimolato nel desiderio di fare proposte concrete per il nostro territorio: questo documento nasce dalla voglia di dare un contributo alla cura del bene comune, in un periodo di crisi demografica, crisi climatica e di crisi geoeconomica».
A conclusione della presentazione, la presidente Saccardi ha affermato: «I suggerimenti e le idee che oggi ci arrivano non solo sono ben accetti ma sono uno strumento e uno stimolo importante per chi ha la responsabilità politica. Certamente la politica ha la sua autonomia ma è doveroso per la Chiesa richiamare i principi a cui si può ispirare l’azione politica. Per questo posso solo ringraziare per questo documento che leggerò con attenzione e farò arrivare ai singoli consiglieri. La società affronta grandi sfide di fronte alle quali credo che si debba provare a rispondere tutti insieme e di fronte alle quali la politica deve dimostrare umiltà, attenzione e responsabilità».
QUI IL DOCUMENTO COMPLETO:
Il M° Josep Solé Coll, primo organista della basilica papale di San Pietro in Vaticano e organista titolare delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice e della Cappella musicale Sistina, si esibirà in concerto il prossimo 16 novembre, alle ore 17, a San Giovanni d’Asso, nella pieve di San Giovanni Battista, nell’ambito del secondo weekend dedicato Mostra Mercato del Tartufo Bianco.
Oggi pomeriggio, alle ore 17,30, presso la sede della LUBIT ((Libera Università di Studi Biblici Teologici), palazzo vescovile di Chiusi, si terrà il confronto su “il fine vita” tra il cardinale Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e Padre Guidalberto Bormolini, religioso, tanatologo e scrittore.
L’evento è promosso dalla LUBIT.

Nel 550° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, in collaborazione con Genus Bononiae, dedica al sommo artista un’importante mostra allestita nelle sale di Palazzo Fava.
L’esposizione, aperta dal 14 novembre 2025 al 15 febbraio 2026, ricostruisce il legame tra Michelangelo e Bologna, città che lo accolse in due periodi fondamentali della sua giovinezza, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.
Tra i prestiti più significativi figurano due opere senesi di eccezionale valore, concesse dall’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e dalla Diocesi di Montepulciano-Chiusi-
Pienza. Dal Museo Diocesano – Oratorio di San Bernardino di Siena giunge la “Madonna con Bambino” in terracotta policroma di Jacopo della Quercia, mentre da Torrita di Siena, dalla chiesa
delle Sante Flora e Lucilla, arriva la lunetta in marmo raffigurante “Il Sangue del Redentore”, attribuita a Donatello.
Sul prossimo numero dell’Araldo Poliziano l’articolo completo a firma di Federico Nassi.

Pubblichiamo il Messaggio per la 48ª Giornata Nazionale per la Vita, che si celebrerà il 1° febbraio 2026 sul tema “Prima i bambini!”.
QUI IL TESTO DEL MESSAGGIO:
Si è tenuto ieri il primo incontro interdiocesano del clero dell’Arcidiocesi di Siena- Colle di Val d’Elsa – Montalcino e della Diocesi di Montepulciano-Chiusi – Pienza presso il Santuario Madonna del Rifugio, Comunità Semi del Verbo a Sinalunga.
L’incontro ha toccato alcune legate alla presenza di altre confessioni e religioni nel nostro territorio e come dialogare con esse. Il tema: “Un’Italia pluriconfessionale e plurireligiosa: dialogo e annuncio nell’azione pastorale oggi”.
Il relatore don Giuliano Savina, Direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, della Conferenza Episcopale Italiana, ha offerto un’attenta riflessione sul nostro essere insieme alle altre religioni partendo dall’analisi della Dichiarazione Nostra aetate che ridefinì i rapporti della Chiesa cattolica con le religioni non cristiane, in particolare con l’ebraismo. Il testo fu approvato dal Concilio Vaticano II il 28 ottobre 1965.
Il relatore ha fatto riferimento è San Paolo VI, il quale sosteneva che la cultura occidentale dovesse molto a quella araba, vedendo nelle diversità culturali un riflesso della volontà divina e impegnandosi a rispettarla e incentivarla. Il pontefice vedeva le differenze culturali come un riflesso della Provvidenza divina, che nella sua diversità si manifesta.
Don Savina ha poi sottolineato come questa sia “una diversità che deve diventare relazione e scambio anche per sostenere anche la coesione sociale. Ma non solo questa relazione deve partire da una profonda conoscenza dell’altro. Su questo non ci si può improvvisare”.
Sul prossimo numero dell’Araldo Poliziano a firma di Don Antonio Leopardi un ampio articolo su questo incontro.
QUI LE DISPENSE DISTRIBUITE IN SALA:
FONDAMENTI TEOLOGICI E MAGISTERIALI
PRENDERSI CURA DELL’HUMUS DA CUI PROCEDE L’INTERROGATIVO RELIGIOSO
Al termine dell’intervento di Cardinale Lojudice ha dato diverse comunicazioni ai presenti sulla vita delle due diocesi.


Sinalunga si prepara a festeggiare il suo patrono: S. Marino di Tours e proprio al vescovo santo è dedicata l’insigne Collegiata, il cui campanile svetta tra le colline della valdichiana senese.
S. Martino è protettore della comunità parrocchiale e patrono del Comune di Sinalunga, che si fregia di averlo nello stemma civico. La sua protezione risale certamente a prima dell’inizio della costruzione della Chiesa Collegiata, nel 1588, poiché una delle due chiese all’interno delle mura del paese era dedicata al Santo tutelare dei sinalunghesi. Dal 2021 è stato proclamato dalla Conferenza Episcopale Italiana Patrono del Volontariato.
È Patrono della Francia, dell’Arma di Fanteria dell’Esercito, dei mendicanti, degli albergatori, dei cavalieri, dei fabbricanti di maioliche, dei forestieri, dei militari, degli osti, dei sarti, dei sinistrati, dei vendemmiatori, dei viticoltori e di diverse località italiane.
Quest’anno il Consiglio Pastorale ha predisposto il seguente programma:
Sabato 8 novembre 2025 alle ore 18,30 inizio del Solenne Triduo con la consegna al parroco delle chiavi da parte del Sindaco della nicchia che custodisce le Sacre Reliquie.
Domenica 9 novembre 2025 saranno benedetti, poco prima della Messa delle ore 11,30, i carretti dei rioni con i relativi gonfaloni. Sarà occasione per presentare i cresimandi che si apprestano a ricevere il Sacramento della Confermazione per mano dell’Ordinario diocesano.
Lunedì 10 novembre 2025, Primi Vespri della Solennità, si pregherà in modo speciale per tutti i Sofferenti e in particolare per due giovani fratelli, Mario e Antonietta Ocone, provati drammaticamente dalla tragedia familiare che li ha investiti. Il padre, Salvatore, ora in carcere, e per il quale pregheremo, ha ucciso con una pietra mentre dormivano nel letto la loro mamma, Elisabetta, e il loro fratellino di quindici anni, Cosimo, entrambi li ricorderemo con tanta commozione.
Martedì 11 novembre 2025 (giorno della sua memoria liturgica) le Sante Messe saranno celebrate secondo l’orario festivo: ore 9 e ore 11. Alle ore 18,30 il Card. Augusto Paolo Lojudice amministrerà la Confermazione nella Solenne celebrazione conclusiva.
Sul prossimo numero dell’Araldo Poliziano l’articolo completo a cura di Don Riccardo Personé.
San Giovanni d’Asso (Montalcino si prepara a celebrare il Tartufo Bianco delle Crete Senesi con due fine settimana ricchi di sapori, arte e cultura: la Mostra Mercato del Tartufo Bianco torna nei giorni 8-9 e 15-16 novembre e trasformerà il borgo in un grande laboratorio di tradizione e accoglienza, dove la vocazione agricola, gastronomica e culturale del territorio si incontra con la vita ecclesiale della comunità.
Anche quest’anno si rinnova la stretta collaborazione della parrocchia di S. Giovanni Battista di San Giovanni d’Asso e nell’organizzazione della Mostra Mercato, in particolare con due eventi. Il primo è la mostra “Terra Terrarum – Arte Ceramica Devozionale tra Val d’Orcia e Val di Chiana” del ceramista Flavio Ferdinando Foderini, nella chiesa romanica di San Pietro in Villore e nella sua cripta. L’artista, appartenente alla scuola di don Manfredo Coltellini, propone in dialogo con lo spazio sacro accanto a riproduzioni di ceramiche devozionali storiche della Bassa Toscana, alcune opere realizzate ad hoc per l’esposizione. «”Terra Terrarum”, cioè “la terra di tutte le terre” o “la madre di tutte le terre” – spiega Foderini – è un’espressione che potrebbe aprire riflessioni profonde. Siamo “Adamo” e siamo creature di una terra tra le terre fragili ma consapevoli. È un invito all’umiltà (da “humus, terra”) e al rispetto della nostra condizione terrestre; siamo piccoli e vasti, radicati e viandanti, figli di una zolla, eredi di un mondo. Un richiamo a ricordare chi siamo da dove veniamo e verso dove andremo. Nella filosofia antica, soprattutto nei presocratici , si cercava l’”archè”: per alcuni era l’acqua, per altri il fuoco, ma la terra è sempre rimasta simbolo di stabilità fertilità eternità. “Terra Terrarum” allora è la sostanza prima e ultima, ciò da cui tutto nasce e a cui tutto ritorna». La presentazione della mostra sarà domenica 9 novembre alle ore 16, contestualmente a quella della nuova riproduzione artistica del crocifisso dipinto medievale di San Pietro in Villore.
Altro evento di particolare rilevanza sarà il concerto d’organo del m° Josep Solé Coll, primo organista della basilica papale di San Pietro in Vaticano e organista titolare delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice e della Cappella musicale Sistina. Concertista di fama internazionale, il m° Solé Coll si esibirà sull’organo Dargassies-Gonzalez della pieve di San Giovanni Battista, con un programma di alto profilo che valorizzerà al massimo le potenzialità dello strumento. Il concerto avrà luogo domenica 16 novembre alle ore 17.
Sull’Araldo Poliziano del prossimo numero l’articolo completo a firma di Don Davide Campeggiani.
Disponibile in questa sezione il video integrale del V ed ultimo appuntamento dei “Percorsi di formazione diocesana 2025″ per la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e per l’arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino. Il tema scelto per quest’anno sono gli Atti degli Apostoli.
Il quinto incontro è stato condotto da Suor Giancarla Barbon su “Diventare cristiani. Molti dei Corinzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare” (At 18,8).
Qui la scheda del V appuntamento:
Qui il video del V appuntamento: