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MONTEPULCIANO, L’8/9 L’EVENTO “IN MOTO PER LA MADONNA DI SAN BIAGIO”

Nel lontano 1964 il pontefice Paolo VI ha consacrato la Madonna di San Biagio  a Montepulciano quale Patrona del Buon Viaggio. Nonostante gli anni passati, fedeli e devoti visitano il Tempio di San Biagio per rendere grazie a Maria per le grazie ricevute a causa di impedimenti durante un viaggio con qualsiasi mezzo di locomozione.
E’ con questo spirito che il Gruppo Motociclisti Diocesani  ha organizzato per il prossimo 8 settembre 2024  l’iniziativa “In moto per la Madonna di San Biagio”, per rendere grazie a Colei che ci veglia dall’alto durante le uscite con la moto”.
Il programma prevede alle ore 8 la partenza per un breve giro “caffè” e subito dopo il rientro a San Biagio dove alle ore 10,30 verrà celebrata la Santa Messa con la benedizione dei caschi delle moto nel piazzale della canonica.
All’interno del Tempio di San Biagio il Gruppo Motociclisti Diocesani ha un altare dedicato proprio per ringraziare la nostra patrona! L’altare è riconoscibile con una maiolica con il logo del Gruppo.”

 

IL CARD. LOJUDICE E’ IL NUOVO PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE TOSCANA – VIDEO

Il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza è il nuovo presidente della Conferenza Episcopale Toscana. Lo hanno eletto i vescovi della regione riuniti questa mattina all’Eremo di Lecceto (FI).

Il Card. Augusto Paolo Lojudice è nato a Roma il 1° luglio 1964. Nella Basilica di S. Giovanni in Laterano è stato ordinato sacerdote il 6 maggio 1989, incardinandosi nella Diocesi di Roma. È stato, tra le altre cose, parroco della Parrocchia Santa Maria Madre del Redentore e della Parrocchia San Luca Evangelista. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 23 maggio 2015 ed è stato Vescovo incaricato per il Settore Sud della Diocesi di Roma. Il 6 maggio 2019 il Santo Padre Francesco lo ha nominato Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi Metropolitana di Siena–Colle di Val d’Elsa–Montalcino. È stato creato e pubblicato Cardinale da Papa Francesco nel concistoro del 28 novembre 2020. Il 21 luglio 2022, il Pontefice lo ha nominato vescovo della diocesi di Montepulciano–Chiusi–Pienza.

 

SIENA E SINALUNGA, UN PONTE IDEALE ALL’INSEGNA DELLA SOLIDARIETA’. DA OGGI AL 5/9 I GIOVANI DI S. MARTINO IN SERVIZIO ALLA MENSA CARITAS

Nasce un ponte ideale tra Sinalunga e Siena all’insegna della solidarietà e dell’impegno a favore di più fragili. Infatti, da oggi 2 e fino al 5 settembre 2024 un gruppo di ragazzi della parrocchia di San Martino di Sinalunga faranno un’esperienza di servizio presso la mensa Caritas di Siena in continuità con quella già vissuta dal 2 al 5 gennaio 2024 sempre come servizio Caritas e mensa.
Con loro il parroco e il vice parroco, Don Riccardo Personè e Don Kishor Uppalapati insieme a tre educatori.
“Sarà anche l’occasione – spiega Don Personè – per fare un ‘esperienza di comunità un po’ diversa perché vivremo in episcopio insieme la Card. Lojudice condividendo con lui i momenti della giornata e di preghiera”.

 

LUOGHI DELL’INFINITO DI AVVENIRE DEDICA UNO SPECIALE ALLA VAL D’ORCIA. CARD. LOJUDICE, “LUOGO DI ETERNA MERAVIGLIA”

Luoghi dell’Infinito” – il mensile di arte e itinerari culturali di Avvenire, diretto da Marco Girardo e ideato e coordinato da Giovanni Gazzaneo – dedica il numero di settembre 2024 alla “Val D’Orcia, poesia di terra”. Tra contributi quello del Card. Augusto Paolo Lojudice , vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino.

Qui il testo del card. Lojudice:

https://www.luoghidellinfinito.it/Editoriali/Pagine/Val-d’Orcia,-luogo-di-eterna-meraviglia.aspx

LORETO, IERI LA MESSA PRESIEDUTA DAL CARD. LOJUDICE A CHIUSURA DEL III RADUNO DI FRATERNITÀ DI DON ALBERTO RAVAGNANI

Ieri il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza ha presieduto la Santa Messa a conclusione del terzo raduno di Fraternità.
La community, nata nel 2020 durante la pandemia dalla forte esperienza di fede vissuta da alcuni ragazzi e ragazze nell’oratorio di don Alberto Ravagnani, ha accolto a Loreto, oltre 500 giovani da tutta Italia.
Al centro del raduno è stato il tema della missione, legato all’immagine del fuoco a partire dalla celebre frase di Santa Caterina da Siena: “Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo”. È il fuoco che, come scritto nel Vangelo, Gesù è venuto a portare sulla terra (Lc 12,49) e che anche i ragazzi desiderano diffondere nel mondo.

IERI LA SANTA MESSA DEL CARD. LOJUDICE CON IL VESCOVO DI NARDÒ-GALLIPOLI

Ieri pomeriggio il card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi- Pienza  e arcivescovo di Siena -Colle di Val D’Elsa-Montalcino ha concelebrato la Santa Messa nella chiesa della SS. Annunziata a Siena insieme a Mons. Fernando Filograna, vescovo di Nardò-Gallipoli, al rettore del seminario e il vicerettore del seminario di Nardò con alcuni sacerdoti tra i quali i due Fidei donum, don Riccardo e don Claudio e i seminaristi della diocesi.

Don Riccardo Personè è il parroco di S. Martino a Sinalunga e cappellano degli Ospedali riuniti della Valdichiana.

 

MONTEPULCIANO STAZIONE: DOMENICA ALLA MAESTÀ DEL PONTE LA FESTA DELLA MADONNA REGINA DELLA PACE

Sono iniziati a Montepulciano Stazione i festeggiamenti alla chiesa della Maestà del Ponte, che culmineranno domenica 1 settembre, giorno della festa in onore della Madonna Regina della Pace. 

Da ieri, infatti, sono previste serate di musica e giochi popolari, accompagnati stand di cucina tradizionale, pizza, arrosticini abruzzesi e cibo. Domenica, giorno della Festa, il programma prevede alle ore 9 il “Vespa ritrovo” alla Maestà per i vespisti iscritti, mentre alle 9.30 ci sarà la S. Messa seguita dalla processione. Dopo il tradizionale Pranzo alla Maestà, che ci sarà alle 12.30, verrà corso alle ore 15 il 41° Palio dei Somari, con i fantini delle sei contrade, Macchia, Corbaia, Fontago, Maestà del Ponte, Aventino e Stazione, che gareggeranno nella pista intorno alla Chiesa contendendosi la coppa e il Panno. 

La chiesa della Maestà del Ponte è stata costruita agli inizi del 1600, e ha storicamente sempre fatto parte della parrocchia di Gracciano, fino al 1983, quando venne così a far parte della parrocchia di Montepulciano Stazione. Qui tu trasferita anche la festa della Madonna della Pace, che dal 1932 si celebrava nella chiesa parrocchiale nell’ultima domenica di settembre. In tale data venivano celebrate le Cresime e le prime Comunioni, almeno fino al 1977. Mutati i tempi e con l’espandersi delle ferie estive, le prime Comunioni e le Cresima furono spostate ai mesi di maggio e giugno. Senza queste celebrazioni, la festa della Madonna della pace iniziò a perdere un po’ di importanza e partecipazione e per tale motivo si decise di spostare questa festa alla Maestà del Ponte.

CHIUSI, DOMENICA LA PRESENTAZIONE DEL CATALOGO DELLA MOSTRA “DISCORSO MUTO” DI DITURI E MANETTI AL MUSEO DELLA CATTEDRALE

Domenica prossima, 1 settembre 2024, alle ore 17, presso il Museo della cattedrale di Chiusi, piazza Duomo, 1 si terrà la presentazione del catalogo della mostra “Discorso Muto” di Frank Dituri e Mauro Manetti.

Nei mesi scorsi Il Museo della Cattedrale di Chiusi e l’associazione Culturale Spazio Ulisse sono state la sedi appunto di questa mostra che ha presentato le opere di due artisti contemporanei di livello internazionale. Intitolata “Discorso muto” è stata curata da Massimo Mattioli, critico d’arte e direttore della rivista ArtsLife.

L’esposizione ha presentato una serie di opere fotografiche, pittoriche e scultoree, alcune inedite, di Frank Dituri e Mauro Manetti, ognuno dei due vanta un lungo curriculum di mostre personali e riconoscimenti, da alcuni anni hanno intrapreso un percorso comune che li porta per il mondo a presentare le loro opere assieme.

Pur avendo tecniche e linguaggi artistici diversi, i due artisti condividono il modo di esplorare i rapporti tra uomo, natura e spiritualità e di affrontare la ricerca sul sacro e sulla figurazione che cerca di rappresentare l’elemento metafisico.

Le opere dei due artisti sono state esposte in modo da creare un dialogo reciproco, con l’ambiente e con lo spettatore.

IUS SCHOLAE: CARD. LOJUDICE A TOSCANA OGGI, “SALTO DI QUALITÀ PER UNA SOCIETÀ PIÙ GIUSTA”

Il tema in questione è: come si acquisisce la cittadinanza italiana per un bambino nato in Italia da genitori extracomunitari.  Attualmente è in vigore la Legge 91 del 1992, che stabilisce il cosiddetto ius sanguinis, ovvero il diritto di cittadinanza sin dalla nascita solo per chi è figlio di uno o entrambi i genitori cittadini italiani.

Lo ius scholae, di cui in questi giorni si sta discutendo molto, è una possibilità già discussa ampiamente in parlamento lo scorso anno.

Questa riforma prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana per i giovani con background migratorio nati in Italia o arrivati prima del compimento dei 12 anni che risiedano legalmente e che abbiano frequentato regolarmente almeno 5 anni di studio nel nostro Paese, in uno o più cicli scolastici. Inoltre, se i 5 anni considerati includono la frequenza della scuola primaria, allora viene richiesto anche il superamento del ciclo di studi con esito positivo come elemento fondamentale per il riconoscimento della cittadinanza.

Credo sia un grande segno di civiltà permettere di acquisire una cittadinanza in modi e tempi non impossibili.  Anche perché essere cittadini di uno stato dove sei nato e vivi ti permette di essere riconosciuto sia come cittadino, ma chiede e vincola a diritti e a doveri come tutti gli altri. Ormai le nostre scuole, dall’infanzia in su sono piene di bambini figli di extracomunitari nati in Italia.

Credo che lo ius scholae, con tutte e precisazioni necessarie e opportune, rappresenti una grande occasione e possibilità di fare un salto in avanti di qualità e di, come dicevo, civiltà, per una società più giusta e più rispettosa di tante persone che sono e saranno una grande opportunità anzitutto lavorativa per un paese, l’Italia,  che, purtroppo rischia un invecchiamento e uno spopolamento progressivo.

 

Intervento su Toscana oggi del Card. AUGUSTO PAOLO LOJUDICE , vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino.

OGGI LA FESTA DI SAN GIOVANNI DECOLLATO PATRONO DELLA DIOCESI

Oggi ricorre la festa liturgica di S. Giovanni decollato, Patrono della Diocesi. Per tale occasione verrà celebrata la Santa Messa dal card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano- Chiusi-Pienza nella chiesa di S. Agnese a Montepulciano alle ore 18.
Concelebrano diversi sacerdoti della diocesi e i membri del Capitolo diocesano.

RADICOFANI, IL 31/8 IL CARD. LOJUDICE A CONTIGNANO PER LA MESSA IN ONORE DI SANTA MARIA ASSUNTA

Sabato prossimo, 31 agosto 2024, alle ore 18, il card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano- Chiusi-Pienza presidierà la Santa Messa in onore di Santa Maria Assunta nella parrocchia di Contignano (Radicofani). Concelebra il parroco, Don Balaraju Kodavatikanti (Bala).

Alle ore 19 si terrà la processione per le vie di Contignano e al termine un momento di fraternità e condivisone.

 

PIENZA: IL 25/8 L’EVENTO “L’EUROPA E L’ASIA AL TEMPO DI PIO II”

Domenica 25 agosto alle ore 17 presso il Palazzo Piccolomini di Pienza si terrà l’evento “L’Europa e l’Asia al tempo di Pio II”.

Dopo i saluti introduttivi di Costanza Contu di Opera Laboratori e del vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune Città di Pienza, Angela Vegni, ci saranno gli interventi di: Antonio Zanardi Landi, Ambasciatore del sovrano militare ordine di Malta presso la Santa Sede, Francesco Dondoli, bibliofilo piantino, Angelo Marocco, direttore di If Press, don Manlio Sodi, ordinario emerito all’Università Salesiana di Roma. Sono previste letture dai testi di Paola Lombardi e intermezzi musicali a cura di Giulia Guerrini (viola e arpa celtica) e Sara Ceccarelli (flauto traverso).

MONTEPULCIANO, MEZZO SECOLO CON IL BRAVÌO DELLE BOTTI GRAZIE A UN’IDEA DI DON MARCELLO DEL BALIO

Mezzo secolo con il Bravìo delle Botti di Montepulciano. La manifestazione taglia quest’anno il traguardo dei 50 anni e si appresta a vivere questo periodo attraverso ricordi, racconti, aneddoti e immagini, la sua storia e i suoi grandi protagonisti. Il Magistrato delle Contrade di Montepulciano, coordinato dalla nuova Reggitrice Irene Bettollini, ha messo a punto un programma di appuntamenti per tutto l’anno contradaiolo. La manifestazione fu ideata nel 1974 da Don Marcello del Balio ed  è divenuta nel 2024 una delle manifestazione più importanti della Regione Toscana.

“proseguono le celebrazioni per il nostro 50° anniversario. Il gruppo di gestione del Magistrato delle Contrade è felice e orgoglioso di ricevere così tante personalità del mondo del Bravìo, tutte insieme, per parlare della storia della nostra manifestazione. Molti dei giovani ragazzi che compongono il Consiglio di Gestione del Magistrato sono cresciuti con i racconti del Bravìo e ci rende particolarmente felici e orgogliosi la creazione di questo evento, per guardare con ammirazione quanto è stato fatto nel tempo ma anche con uno sguardo rivolto al futuro” spiega la reggitrice Irene Bettollini.

“Il Bravìo delle Botti è una manifestazione che, a cinquant’anni dalla sua nascita, rappresenta oggi più che mai un momento di condivisione, di orgoglio e di identità per tutta la comunità poliziana. Dal 1974 ad oggi, il Bravìo delle Botti è cresciuto sia come coinvolgimento popolare, di generazione in generazione, sia come qualità della manifestazione stessa, raggiungendo una popolarità che ha ormai travalicato i confini di Montepulciano, e questo solo grazie alla passione dei suoi protagonisti che, giustamente, verranno celebrati in questa serata speciale” commenta il sindaco appena rieletto Michele Angiolini.

15 AGOSTO, L’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

La solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria è fissata il 15 agosto già nel V secolo, con il senso di “Nascita al cielo” o, nella tradizione bizantina, “Dormizione”. A Roma la festa viene celebrata dalla metà del VII secolo, ma si dovrà aspettare il 1° novembre 1950, con Pio XII, per la proclamazione del dogma dedicato a Maria assunta in cielo in corpo e anima.

Nel Credo apostolico, professiamo la nostra fede nella “Risurrezione della carne” e nella “vita eterna”, fine e senso ultimo del cammino della vita. Questa promessa di fede, è già compiuta in Maria, quale “segno di consolazione e di sicura speranza” (Prefazio). Un privilegio, quello di Maria, strettamente legato al fatto di essere Madre di Gesù: dato che la morte e la corruzione del corpo umano sono conseguenza del peccato, non era opportuno che la Vergine Maria – esente dal peccato – fosse intaccata a questa legge umana. Da qui, il mistero della “Dormizione” o “Assunzione in cielo”.

Il fatto che Maria sia già assunta in cielo, è per noi motivo di letizia, di gioia, di speranza: “Già e non ancora”. Una creatura di Dio – Maria – è già in cielo: con e come lei, anche noi, creature di Dio, un giorno lo saremo. Il destino di Maria, unita al corpo trasfigurato e glorioso di Gesù, sarà dunque il destino di tutti coloro che sono uniti al Signore Gesù nella fede e nell’amore.

Interessante notare che la liturgia – attraverso i testi biblici tratti dal libro dell’Apocalisse e di Luca, con il canto del Magnificat – miri a farci non tanto riflettere quanto pregare: il vangelo infatti suggerisce di leggere il mistero di Maria alla luce della sua preghiera, il Magnificat: l’amore gratuito che si estende di generazione in generazione, e la predilezione per gli ultimi e i poveri trova in Maria il frutto migliore, si potrebbe dire il suo capolavoro, specchio nel quale l’intero popolo di Dio può riflettere i propri lineamenti. La solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, in corpo e anima, è il segno eloquente di quanto non solo “l’anima” ma anche la “corporeità” si confermi una “cosa molto bella” (Gn 1,31), tanto che, come nella Vergine Maria, la “nostra carne” sarà assunta in cielo. Questo non ci esula dall’impegnarci nella storia, anzi: proprio lo sguardo rivolto alla Meta, al Cielo, la nostra Patria, spinge a impegnarsi nella vita presente sul solco del Magnificat: lieti per la misericordia di Dio, attenti ai fratelli e sorelle tutti che s’incontra lungo il cammino, a cominciare dai più deboli e fragili.

Qui il testo completo: https://www.vaticannews.va/it/festivita-liturgiche/assunzione-della-beata-vergine-maria.html

Fonte: vaticannews

“RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI: CONCEDICI LA TUA PACE”, TEMA DELLA GIORNATA DELLA PACE 2025

“Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace” è il tema scelto dal Papa per la prossima Giornata Mondiale della Pace 2025. Il titolo del Messaggio della 58a Giornata Mondiale della Pace che sarà celebrata il 1° gennaio 2025 – spiega in una nota il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale – manifesta una naturale consonanza con il senso biblico ed ecclesiale dell’anno giubilare e si ispira in particolare alle lettere encicliche Laudato Sí e Fratelli tutti, soprattutto attorno ai concetti di Speranza e di Perdono, cuore del Giubileo: una chiamata alla conversione volta non a condannare, ma a riconciliare e rappacificare.

Partendo dall’osservazione della realtà dei conflitti e dei peccati sociali che affliggono l’umanità oggi, sottolinea la nota, guardando alla speranza insita nella tradizione giubilare della rimozione dei peccati/cancellazione dei debiti e alla riflessione dei Padri della Chiesa, potranno emergere orientamenti concreti che portino ad un cambiamento tanto necessario in ambito spirituale, morale, sociale, economico, ecologico e culturale.

Soltanto da una vera conversione, personale, comunitaria e internazionale, potrà fiorire una vera pace che non si manifesti solo nella conclusione dei conflitti, ma in una nuova realtà in cui le ferite siano curate e ad ogni persona venga riconosciuta la propria dignità.

PIENZA, DALL’11 AL 14/8 L’ESPOSIZIONE STRAORDINARIA DELLA “BIBBIA AMIATINA DEL VII SEC.”

Da domenica 11 agosto 2024  a mercoledì 14 agosto 2024 nella cattedrale di Pienza verrà esposta al pubblico la “Bibbia Amiatina” del VII secolo D.C., la più antica copia manoscritta conservata integralmente nella sua versione latina redatta da San Girolamo.

Il programma prevede:

domenica 11 agosto 2024 alle ore 11, 30 l’esposizione del prezioso volume.

lunedì 12 agosto 2024 alle ore 19 la conferenza Don Gianpaolo Riccardi su “La Bibbia parla ancora oggi’“.

martedì 13 agosto 2024 alle ore 19 la conferenza della dott. ssa Liana Massala su “Il sogno di Pio II e la Bibbia Amiantina”.

mercoledì 14 agosto 2024 alle ore 18 la Santa Messa a conclusione della mostra.

A 20 ANNI DALLA PROCLAMAZIONE DELLA VALDORCIA PATRIMONIO UNESCO, LA PAROLA AI SINDACI

L’ultimo numero di Toscana oggi ha dedicato un focus speciale allaVal d’Orcia a 20 anni dalla proclamazione come patrimonio mondiale dell’umanità. Un territorio unico che ha influenzato nei secoli anche la nascita e lo sviluppo dei comuni presenti su questo territorio. Oggi però la Val d’Orcia guarda non solo al passato, ma soprattutto al futuro. I sindaci di Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico D’Orcia raccontano questo legame fortissimo con una terra unica.

 

LUCA ROSSI, sindaco di Castiglione D’Orcia.

 

Credo che al di là del riconoscimento UNESCO, che comunque è stato fondamentale, occorre fare il punto della situazione di oggi e sugli degli obiettivi. Credo sia utile ripartire da ciò che fu l’idea di base negli anni 90 con la creazione del parco: conservazione delle risorse e sguardo al futuro.

Ogni mattina guardando la bellezza infinta del nostro territorio sento una grande responsabilità e mi convinco sempre di più che occorre mettere al primo posto del nostro lavoro la preservazione della nostra identità. La Val d’Orcia prima di essere un luogo da visitare è una comunità viva da valorizzare e proteggere.

Bene lo sviluppo del turismo, ma dobbiamo anche conservare i nostri modelli di base come quello agricolo che deve essere incentivato e protetto. Dobbiamo puntare anche sul manifatturiero di qualità divenendo una modello di attrazione per un futuro investimento con aziende di alto livello.

 

SILVIO FRANCESCHELLI, Sindaco di Montalcino.

 

La candidatura della Val D’Orcia 20 anni fa un‘intuizione geniale che ha unito tutti i comuni che insistono su questo territorio unico. Un evento che non solo ha fatto grande la nostra terra, ma l’ha preservata nella storia, nelle tradizioni e nelle eccellenze, ma anche da speculazioni che ne avrebbero alterato l’aspetto e l’anima.

Oggi dobbiamo tutti insieme aggiornare il nostro percorso per guardare al futuro con nuovi progetti condivisi che puntino soprattutto alla sostenibilità ambientale legata allo sviluppo.

Tanto è stato fatto, ma sono convinto che si possa, ancora una volta, puntare in alto in tutta la Val D’Orcia con idee che stiano al passo con i tempi senza dimenticare l le nostre tradizioni e la nostra gente.

 

MANOLO GAROSI, sindaco di Pienza.

Pienza non sarebbe mai potuta nascere cosi come noi la vediamo, senza il suo paesaggio. Il riconoscimento Unesco della Val d’Orcia è giunto come conseguenza necessaria di quanto disposto in precedenza sul centro storico di Pienza. Autorevoli studiosi che hanno approfondito la nascita della Città di Pio II si sono resi conto presto del fatto che il paesaggio valdorciano era stato un punto di partenza per gli architetti come Alberti e il Rossellino per orientare e sviluppare l’urbanistica pientina. Oggi è cosa quasi naturale osservare il paesaggio valdorciano dalle mura pientine, notare il punto di fuga che genera l’assonometria della piazza, godere dal Palazzo Piccolomini tutta la grande conca naturale della valle.  L’Unesco ha anticipato i tempi e ha potuto valorizzare e  fermare nella sua bellezza naturale ed artistica questo angolo un tempo remoto della Toscana, che la povertà secolare ha conservato nella sua forma più antica . Sono passati 20 anni   e questo riconoscimento Unesco ha inscritto la bellezza valdorciana in un alone di favola e di storia ricca di eventi e di vicende oggi trasformate in una mitologia moderna da artisti, poeti, scrittori che qui si sono fermati per molto tempo. Oggi possiamo godere tutti insieme di questo splendido risultato.

 

FRANCESCO FABBRIZZI, Sindaco di Radicofani.

Il riconoscimento UNESCO alla Val D’Orcia ha dato negli anni un fortissimo impulso allo sviluppo del territorio anche al nostro comune. In questi ultimi anni è cresciuto tutto il “sistema turismo” di Radicofani dove tra le altre cose passa anche la via Francigena. I dati parlano chiaro: sono aumentati il numero dei visitatori, sono nate nuove opportunità di lavoro per i nostri concittadini ed inoltre le attività presenti hanno avuto la possibilità di rimanere aperte ed anzi assistiamo all’apertura sempre di nuove attività legate all’accoglienza e al turismo. Anche chi non lavora nel settore turistico ha avuto dei benefici con l’incremento del valore degli immobili. Nel contempo abbiamo avuto anche la possibilità di ristrutturare e rendere più accessibili i nostri centri storici.

Gli amministratori di allora che ebbero l’intuizione valorizzarono al massimo ciò che avevamo sotto gli occhi da tempo: una terra speciale di una bellezza senza pari.

 

MARCO BARTOLI, Sindaco di San Quirico d’Orcia.

 

È un simbolo paesaggistico e naturale che da sempre rappresenta il buon governo di un territorio. Basti pensare all’affresco del Lorenzetti nel palazzo pubblico a Siena. In quest’ottica la Val d’Orcia è sempre stata è un fiore all’occhiello per tutta l’area di riferimento, ma anche oltre a livello regionale, ma anche nazionale.

San Quirico negli anni si è sempre contraddistinta a livello truistico grazie al lavoro svolto dal parco naturale e artistico della valle. Questo è stato un valore aggiunto importantissimo per ognuna delle cinque municipalità all’interno di quest’area. Senza questo riconoscimento UNESCO forse la nostra fortuna sarebbe stata minore rispetto a quello che abbiamo raggiunto oggi. San Quirico è il paese del mio cuore, dove ho deciso di vivere e di costruire una famiglia. Qui ci sono le mie radici profonde.

Dovremo essere pronti ad applicare politiche di tutela di un territorio unico che è vivo e che trae linfa vitale dal turismo, dalla cultura e dall’agricoltura. La Val d’Orcia è stata il crocevia di storia e di storie. Basti pensare ad Enea Silvio Piccolomini a Pienza, a Montalcino che è stata l’ultima repubblica senese, a San Quirico con i Chigi che avviarono lo sviluppo di tutto il nostro territorio, a Castiglione d’Orcia che ha dato i natali al Vecchietta, fino a Radicofani con Ghino di Tacco.

La nostra storia di oggi nasce da quelle di ieri, che rappresentano un patrimonio storico e culturale senza pari. Dobbiamo sapere proteggerle e tutelarle, ma guardando al futuro.

 

 

 

DA CHIUSI UN PONTE DI SOLIDARIETA’ CON IL CONGO, IL RACCONTO DI DON JEAN DE DIEU KAHONGYA NDUHI YA VUSA

Don Jean de Dieu Kahongya Nduhi Ya Vusa, viceparroco a Chiusi-Scalo è appena tornato dal Congo. “Toscana oggi “lo ha intervistato nella canonica della parrocchia di santa Maria della Pace.

 

 

Qual è la sua storia personale?

Sono prete dal 1997 e vice-parroco a Chiusi dal 2008. Sono stato ordinato in Congo, ma sono venuto più volte in Italia per studiare alla Gregoriana e all’Angelicum. Ho iniziato il mio percorso vocazionale in una Congregazione religiosa, gli Agostiniani dell’Assunzione, ma poi ho scelto di essere sacerdote diocesano. Ho fatto anche il missionario in Tanzania dal 2003 al 2005, ma la mia strada mi ha portato in questa diocesi.

 

Che ruolo ha la Chiesa nel suo paese?

In un momento così difficile di sofferenza e lacerazioni per il mio popolo la Chiesa cattolica è rimasto l’ultimo baluardo di speranza e di unione. Prima di tutto perché attraverso le Caritas locali cerca di alleviare le difficoltà della popolazione soprattutto quella più povera e quella in fuga. C’è bisogno di tutto dall’acqua, ai medicinali, al cibo. I sacerdoti, le suore e i laici cattolici cercano di fare il possibile per tutti senza sosta. In secondo luogo la gente sa che qualsiasi cosa possa accadere la Chiesa Cattolica c’è anche a costo di gravi e grandi sacrifici. Spesso ci sono rapimenti. Ci sono state anche delle uccisioni, ma nonostante questo le porte delle chiese sono sempre aperte per cercare di dare un sollievo. Non è poco.

 

Il rapporto con il suo paese La diocesi di Montepulciano- Chiusi- Pienza?

Esiste una collaborazione pastorale tra la parrocchia di Chiusi e quella di – Maboya, nell’est del Congo, entrambe dedicate alla Regina della Pace. Ci sono stati numerosi scambi e diverse volte ci sono state delegazioni dall’Italia guidate dal vicario, Don Antonio Canestri.

In oltre 20 anni di gemellaggio grazie all’impegno e alla solidarietà dei parrocchiani di Chiusi-Scalo e dell’Associazione Amici di Betlemme sono state costruite diverse strutture come scuole, l’ospedale e centri di aggregazione.

Che situazione ha trovato?

La situazione del mio immenso paese non è facile. Pensate che dalla mia città Butembo alla capitale Kinshasa ci sono 2500 chilometri. Un altro mondo che spesso si trova troppo lontano da ogni attenzione. Inoltre, non abbiamo un sistema statale d’assistenza sanitaria e tantomeno l’accesso alla scuola. Una condizione veramente difficile.

In tutto questo da anni assistiamo ad una forte instabilità politica che ha portato a guerre e colpi di stato. Tutto questo con all’orizzonte lo zampino delle grandi potenze economiche mondiali che tendono a spostare il baricentro politico congolese a seconda delle convenienze economiche grazie anche a una diffusa corruzione.

Il mio paese è ricco di materie prime che fanno gola a tanti. “A buon intenditore poche parole”. La maggiore parte della popolazione vive con un dollaro al giorno, mentre una piccola élite viaggia con aerei privati e fa studiare propri figli in Europa.

 

I cristiani vivono momenti difficili?

Si. Secondo Aiuto alla Chiesa che soffre, dei 28 Paesi in cui i cristiani sono più perseguitati nel mondo, 13 sono africani e la Repubblica Democratica del Congo è al primo posto. È una situazione veramente tragica che vedi i nostri fratelli e sorelle nella fede presi a tenaglia presi a tenaglia tra i ribelli islamici e quelli M23 con la quiescenza delle truppe dell’ONU senza dimenticare una forte presenza dei gruppi armati non tutti protagonisti della pace e dell’esercito congolese non tanto nazionalista. Sono all’ordine del giorno massacri di interi villaggi cristiani e nella migliore delle ipotesi in questo periodo della raccolta della pianta del cacao arrivano e derubano i contadini del raccolto e poi vanno via lasciando povertà su povertà.

Di questa tragedia si parla veramente poco. L’unico faro per noi è papa Francesco che a più riprese ha denunciato questa situazione tragica e feroce allo stesso tempo.

Il Pontefice in occasione del suo il suo 40.mo viaggio apostolico che nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan ha detto in maniera netta “Il continente africano non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare, ma “sorriso e speranza” del pianeta. L’Africa è come un diamante, le sue facce sono numerose, riflette la luce, è preziosa. Deve esserlo anche agli occhi del mondo, le cui mani avide e bramose di potere e denaro hanno troppo a lungo soffocato, e dalle mani e dai cuori degli africani deve partire quel riscatto che metta al centro il vero sviluppo umano, una diplomazia dell’uomo per l’uomo” ed ancora ha detto “ritirate le vostre mani dalla Repubblica democratica del Congo”. Francesco ha saputo interpretare la nostra situazione, ha saputo donarci una speranza di cui abbiamo tanto bisogno, soprattutto noi cristiani.