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IL CONCLAVE, IL RITO SECONDO LA COSTITUZIONE APOSTOLICA

Si intitola « Universi dominici gregis ». È la Costituzione apostolica che regola la Sede Vacante e il successivo Conclave. Emanata da Giovani Paolo II il 22 febbraio 1996 e aggiornata da Benedetto XVI il 22 febbraio 2013, la Costituzione rappresenta una bussola che il Collegio cardinalizio.

Ma cosa accadrà a partire dal 7 maggio? Al mattino in San Pietro sarà celebrata la Messa votiva “ pro eligendo Pontifice”, mentre nel pomeriggio si riuniranno nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, da dove in processione si recheranno nella Cappella Sistina, luogo in cui si svolgeranno le votazioni. A questa prima fase è prevista la partecipazione anche di altre persone esterne al Conclave. Ognuno dei 135 elettori presterà giuramento sulla Bibbia impegnandosi a mantenere il segreto quanto avverrà durante il Conclave. Quando avrà giurato anche l’ultimo degli elettori, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l’arcivescovo Diego Ravelli pronuncerà le due parole che daranno avvio ufficiale al Conclave: « Extra omnes », cioè fuori tutti, chiudendo a chiave dalla porta della Sistina. Agli elettori si rivolgerà il cardinale il cappuccino Raniero Cantalamessa, per 44 anni predicatore della Casa Pontificia, a cui il Collegio cardinalizio, ha affidato la seconda meditazione prevista dalla Costituzione. Terminato il suo intervento il cardinale Cantalamessa (che non è tra gli elettori) lascerà, assieme all’arcivescovo Ravelli la Sistina e i cardinali faranno la prima delle votazioni. A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, in assenza del decano, il cardinale Re che ha 91 anni.

A controllare riservatezza e correttezza delle operazioni di voto sarà il camerlengo, il cardinalel Kevin Farrell, e tre cardinali assistenti pro tempore. In questa fase saranno riammessi il maestro delle celebrazioni e alcuni cerimonieri che distribuiranno a ogni elettore due o tre schede per la votazione. Saranno estratti a sorte tre scrutatori, tre incaricati di raccogliere il voto di eventuali elettori infermi fuori dalla Sistina, ma presenti in Casa Santa Marta, che farà parte integrante del territorio del Conclave, e tre revisori. La Costituzione indica anche che «la scheda deve avere forma rettangolare e ha nella parte superiore la scritta “ Eligo in Summum Pontificem”, mentre il nome dovrà essere scritto nella parte inferiore. In questa fase i cardinali elettori saranno soli nella Sistina. Scritto il nome si procede alla deposizione della scheda nell’urna (un tempo era un calice di grande dimensioni). Ogni cardinale prima di deporre la scheda pronuncerà la seguente formula di giuramento: «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che , secondo Dio, ritengo debba essere eletto». Terminata la votazione si procede al controllo che le schede siano quanti sono i votanti. Se tutto è regolare si procede allo scrutinio: risulterà eletto il cardinale che avrà raccolto i due terzi dei voti (90 voti su 135 elettori). Se nessuno avrà raggiunto il quorum le schede saranno bruciate nella stufa che sarà collocata in un lato della Cappella , collega a un comignolo posto sopra il tetto della Sistina. In assenza di elezione la fumata sarà di colore nero.

Il 7 maggio è prevista la prima votazione con relativa fumata. Dal secondo giorno le votazioni, secondo le norme descritte, saranno due al mattino e due al pomeriggio. Se entrambe quelle del mattino non avranno eletto il Papa ci sarà una sola fumata, così come avverrà per il pomeriggio in caso di mancata elezione. Ma quante votazioni sono previste per il Conclave? La Costituzione fissa in 4 votazioni al giorno. Dopo 3 giorni di fumate nere (cioè 12 scrutini a vuoto) i lavori del Conclave si fermano per un giorno, favorendo la preghiera, il libero colloquio e anche con l’esortazione del primo cardinale diacono. Segue una nuova serie di sette votazioni. Se ancora a vuoto altra pausa, seguita da altre sette votazioni, che se a vuoto apriranno a una terza pausa e altre 7 votazioni. A questo punto saranno 34 le votazioni a vuoto e la Costituzione prevede che si dovrà scegliere tra i due candidati più votati, ma resta fermo il quorum di 90 voti. In questa fase i due candidati non votano.

Ma quando viene eletto? Raggiunto il quorum, all’eletto viene chiesto «Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?». E se la risposta è affermativa viene chiesto «Come vuoi essere chiamato? ». Solo a questo punto vengono bruciate le schede per la fumata bianca. Il neo eletto viene portato nella cosiddetta «stanza delle lacrime» dove indosserà la veste bianca, mentre i cardinale protodiacono si reca alla Loggia centrale di San Pietro per l’annuncio « Habemus Papam » comunicando il nome dell’eletto e come sarà chiamato. Nel frattempo rivestito della veste bianca i cardinali omaggio il nuovo Papa e quest’ultimo raggiunge la Loggia centrale per la sua prima benedizione Urbi et Orbi.

(Fonte: Avvenire).

A SAN GIOVANNI D’ASSO (MONTALCINO) LA FESTA DELLO SCRICCHIO, UNA COMUNITÀ IN FESTA

Il 26 e 27 aprile la comunità di San Giovanni d’Asso (Montalcino) ha vissuto con grande partecipazione i festeggiamenti per l’Ottava di Pasqua, la tradizionale “Festa dello Scricchio”, appuntamento che si rinnova ogni anno nella domenica in Albis. Come da consuetudine, l’armadio sopra l’altare maggiore era stato aperto il giorno di Pasqua per l’esposizione delle trenta reliquie che contiene. Tra queste, è stata estratta a sorte per essere portata in processione quella di sant’Antimo, presbitero romano vissuto tra III e IV secolo e martire sotto l’imperatore Diocleziano.
Ad arricchire i festeggiamenti di quest’anno c’è stata, nel tardo pomeriggio di sabato 26, l’inaugurazione del nuovo nuovo organo a canne della pieve di San Giovanni Battista. Lo strumento, proveniente da Parigi, è stato benedetto dal vicario parrocchiale don Davide Campeggiani alla presenza dell’intera comunità, che si è entusiasticamente impegnata nella realizzazione di questo progetto. Il concerto inaugurale è stato tenuto dal maestro Cesare Mancini, organista titolare della cattedrale di Siena, che ha spaziato tra brani di Johann Sebastian Bach, di autori francesi barocchi e sinfonici, nonché del sinalunghese Francesco Ceracchini.
Domenica 27, dopo il pranzo organizzato dalla Proloco, le celebrazioni sono entrate nel vivo con la processione per le vie del paese con la reliquia di sant’Antimo, cui è seguita la Santa Messa solenne presieduta dal vicario generale Don Antonio Canestri, delegato dell’Arcivescovo Cardinale Augusto Paolo Lojudice. Al termine l’armadio delle reliquie è stato richiuso, accompagnato dallo scricchiolio delle ante che dà il nome alla festa e, secondo la tradizione, è segno di buon auspicio per il raccolto futuro.

 

OGGI GIORNATA STORICA PER I NOSTRI RAGAZZI A S. PIETRO PER FRANCESCO

Una giornata storica e indimenticabile per i nostri ragazzi che si trovano a Roma per il Giubileo degli adolescente e che hanno voluto essere questa mattina in piazza san Pietro in occasione die funerali di papa Francesco.

“Lo abbiamo sentito sempre vicino a noi – ci racconta Giovanni – e per questo abbiamo pensato di essere a san Pietro per l’ultimo saluto al Papa”.

“Francesco uno di noi – ci racconta Anna – riassume il rapporto del Papa con noi giovani. Ci ha sempre capiti, incoraggiati e spronati. Grazie Francesco!!”.

Domani tutti nella parrocchia dell’ascensione nel quartiere romano del Quarticciolo per la messa con il card. Augusto Paolo Lojudice.

A S. MARIA MAGGIORE A ROMA LA TOMBA DI FRANCESO. LA FOTOGRAFIA

La tomba che sabato prossimo accoglierà la salma di Papa Francesco nella Basilica di Santa Maria Maggiore è stata realizzata in marmo di provenienza ligure con la sola iscrizione “FRANCISCUS” e la riproduzione della sua croce pettorale.

La tomba è stata preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della Basilica di Santa Maria Maggiore. La tomba è situata nei pressi dell’Altare di San Francesco. Lo comunica la Sala stampa della Santa Sede informando sul relativo progetto.

“I poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio”. Così anche nel cuore e nel Magistero del Santo Padre, che aveva scelto il nome Francesco per mai dimenticarsi di loro. Per questo motivo, un gruppo di poveri e bisognosi sarà presente sui gradini che portano alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore per rendere l’ultimo omaggio a Papa Francesco prima della tumulazione del feretro.

SEDE VACANTE: COMUNICAZIONE DELLA SEGRETERIA DEL CARDINALE LOJUDICE

In concomitanza con le celebrazioni esequiali del defunto Sommo Pontefice, Papa Francesco, e le attività connesse al successivo conclave, consistenti specialmente nella partecipazione alle Congregazioni Generali alle quali i Cardinali di Santa Romana Chiesa sono tenuti a prendere parte, il Cardinale Lojudice si trova, in questi e nei prossimi giorni, per la parte principale del suo tempo a Roma.
Circa gli impegni istituzionali già precedentemente assunti da Sua Eminenza ci si regola come segue.

– Le celebrazioni liturgiche già fissate sono, chiaramente, tutte confermate. Se non vi potrà prendere parte il Cardinale sarà presente un suo delegato.

– Gli eventi e le manifestazioni extra-liturgiche ai quali era prevista la presenza del Cardinale sono chiaramente confermati. Se il Cardinale non potrà essere presente si procederà senza di lui. Se del caso sarà presente un suo delegato.

– Le udienze e gli appuntamenti singoli sono chiaramente rinviati, a data da destinarsi, eccetto espressa comunicazione diversa in tal senso.

– Per ora il Cardinale non prende ulteriori impegni da fissare, fino al termine del conclave e delle successive cerimonie in Roma relative all’inizio del ministero del nuovo futuro Pontefice.

OGGI L’ARALDO POLIZIANO COMPIE 120 ANNI. PUBBLICATO UN NUMERO SPECIALE

Oggi L’Araldo Poliziano, il settimanale della diocesi di Montepulciano- Chiusi-Pienza, compie 120 anni. Era il 23 aprile 1905 quando fu pubblicata la prima edizione.

Per questa occasione il coordinatore del settimanale, il dott. Gianluca Scarnicci, ha scritto un breve editoriale:

Mi è stato affidato l’incarico di coordinatore dell’Araldo Poliziano dal 1° gennaio di quest’anno. Un grande onore e una responsabilità che sento molto perché questo settimanale è un luogo di incontro di tutte le nostre comunità da 120 anni. Non è cosa da poco.

Il mio grazie a tutti coordinatori che mi hanno preceduto per il loro lavoro prezioso e professionale.

Qui vorrei solo raccontarvi che la nostra redazione conta sul sostegno e la collaborazione di tante persone che in maniera stabile e saltuaria aiutano il sottoscritto e il collega Matteo Guerrini a realizzare ogni settimana il nostro giornale.

Vorrei nominarli tutti in rigoroso ordine alfabetico:

Don Antonio Bartalucci, Francesco Bianchini, Don Davide Campeggiani, Maria Grazia Cavallicci, Paolo Cencini, il centro Durante e dopo di Noi di Querce al Pino, Costanza Contu, Marco Cortellessa, Giovanni Maria Cresti, Suor Eliana Vieira De Oliveira, Judy Diodato, Martina Fratangioli, Antonio Garosi, Andrea Giambetti, Stelvio Mambrini, Diego Mancuso, Don Azelio Mariani, Daniela Masci, Don Raffaele Mennitti, Giovanni Mignoni, Lucia Mugnai, Valentina Niccolai, Ilaria Pellegrini, Don Riccardo Personè, Don Claudio Porelli, Mons. Benedetto Rossi, Alfiero Petreni, Suor Salette e la comunità Semi del Verbo, Giulia Rassu, Don Giampaolo Riccardi, Don Manlio Sodi, Suor Rosaria Straniero, Fabrizio Tondi, Lucia Tremiti, Don Domenico Zafarana, Davide Zingaretti.

Un grazie anche a tutte quelle persone che non compaiono come firme, ma che ci aiutano con il loro sostegno dagli uffici di curia, ai parroci, alle associazioni presenti sul territorio.

Il mio desiderio è che questo elenco diventi sempre più lungo e inclusivo. Mi auguro di non avere dimenticato nessuno.

 

 

A SINALUNGA E SIENA IL RICORDO DI PAPA FRANCESCO. CARD. LOJUDICE, “NON DIMENTICO’ MAI I POVERI”

Prima Siena, poi Roma e poi di nuovo Siena in meno di una giornata per il cardinale Augusto Paolo Lojudice, impegnato in Vaticano, insieme agli altri porporati, nei preparativi del Conclave.

L’arcivescovo, eletto da Papa Francesco, è chiamato al suo primo voto. Ieri ha preso parte alla prima Congregazione dei cardinali, dove è stato fatto il giuramento. Dopo la preghiera in suffragio sono stati letti i paragrafi 12 e 13 della Universi Dominici Gregis (la costituzione apostolica circa la “Vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice). Quindi è stato letto il testamento di Papa Francesco. Oggi alle 17 la Congregazione si riunirà per la seconda volta.

Poi c’è stato il ritorno nel territorio delle due diocesi, per presiedere le messe per Papa Francesco. La prima si è tenuta nel pomeriggio nel Santuario della Madonna del rifugio a Sinalunga. La seconda si sta svolgendo nel Duomo di Siena.

“L’ho detto a qualche confratello cardinale: non mettiamo ostacoli allo Spirito Santo. Lasciamo che agisca in noi, che ci illumini, affinché la Chiesa Cattolica trovi al più presto un nuovo pastore, nella linea aperta da Papa Francesco. Perché nella storia — e nella storia della Chiesa — non si torna indietro. Si va solo avanti. Grazie a Dio”: è il passaggio centrale, in linea con quanto già affermato alla stampa ieri pomeriggio, del cardinale Augusto Paolo Lojudice. Il Pontefice, ha proseguito l’episcopo, “ha mostrato cosa significa davvero vivere il Vangelo: partire dagli ultimi e guardare la realtà con gli occhi dei piccoli, dei bambini, di chi soffre, delle vittime della violenza. Questo è il compito più grande che ci ha lasciato”.

Il passo del Vangelo scelto è quello della visita di Maria Maddalena al Sepolcro vuoto di Gesù. Il suo dolore autentico ed umano ed il senso di smarrimento servono al cardinale per tracciare un parallelismo: “Maria piange e vede due angeli, ma sembra quasi non farci caso. La sua unica preoccupazione è: dov’è Gesù? Poi vede una figura, ma non si accorge che è lui – le parole di Lojudice-. Era talmente affranta dal dolore che non lo riconosce. Solo quando Gesù la chiama per nome, “Maria”, lei lo riconosce: “Rabbunì,” Maestro. Gesù allora le dice: “Non mi trattenere.” Nella traduzione latina: noli me tangere. Non mi pensare come prima. È un invito a fare un passo in avanti, a pensare in un altro modo. È un passaggio spirituale. Come ogni lutto profondo, anche questo ci chiede di non fermarci, di non voler trattenere, ma di trasformare la relazione – continua-. Pensiamo anche noi a Papa Francesco in un altro modo”.

Due immagini restano per Lojudice simbolo del pontificato: “Il 27 marzo 2020, Francesco da solo sotto la pioggia in Piazza San Pietro; e l’altro ieri, il suo saluto al mondo, affaticato ma presente, fino all’ultimo”.

E, in chiusura, un ricordo personale: ”Tra i tanti insegnamenti che Papa Francesco ci ha lasciato, uno su tutti è centrale: la realtà è superiore all’idea. Lo disse fin dall’inizio, nell’Evangelii Gaudium. Non contano le chiacchiere, come le chiamava lui, ma i fatti – conclude-. La realtà. Le persone. La carne viva. I poveri: la carne di Cristo. E quando dieci anni fa mi nominò vescovo ausiliare a Roma, mi disse: “Non ti dimenticare dei poveri.” E io gli risposi: “Stia tranquillo, Papa Francesco, che non me lo dimentico.” I poveri sfondano una porta aperta. Ma sull’umiltà — come lui stesso riconosceva — dovremo lavorare tutta la vita. Fino all’ultimo respiro. Perché ci saranno sempre spinte interiori che ci portano a sentirci superiori, a giudicare gli altri. E invece dobbiamo continuare a lavorare su noi stessi. Solo così capiremo il gusto della vita”.

 

 

 

SABATO LE ESEQUIE DI PAPA FRANCESCO IN PIAZZA SAN PIETRO

Sabato 26 aprile alle 10, sul sagrato di San Pietro, si terranno le esequie di Papa Francesco, presiedute dal card. Giovanni Battista Re. Il feretro sarà poi tumulato a Santa Maria Maggiore, secondo le volontà testamentarie.
Domani mattina, la salma sarà traslata da Casa Santa Marta alla basilica vaticana, dove inizierà la visita dei fedeli. Stamattina la prima congregazione generale dei cardinali.

SARTEANO, AL VIA OGGI AI FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI MARIA MADRE DEL BUON CONSIGLIO PATRONA DELLA CITTÀ

Al via da oggi alle ore 18, presso la Chiesa di San Francesco, i festeggiamenti in onore di Maria Madre del Buon Consiglio, Patrona di Sarteano con l’esposizione della Venerata Immagine e a seguire la Santa Messa. Alle ore 21,15 ci sarà una serata di preghiera e riflessione.
Mercoledì 23, giovedì 24 e venerdì 25 Aprile 2024, alle ore 18 è prevista la celebrazione del Triduo.
Sabato 26 aprile 2024, giorno della Festa della Patrona, la Santa Messa verrà celebrata alle ore 8:30 e alle ore 9:30. Quella delle ore 11 sarà concelebrata dai sacerdoti della vicaria.
Alle ore 12 sul sagrato il concerto degli ALFA BAND – la banda dei ragazzi.
Alle ore 15,30 è prevista la benedizione delle auto nel parco delle Piscine (g.c.). Alle ore 17 si terrà la benedizione dei bambini e alle ore 17,30, invece, sarà celebrata la Santa Messa  presieduta dal vicario generale, don Antonio Canestri e concelebrata dal parroco don Fabrizio Ilari e a seguire la precessione per le vie del paese con il saluto finale degli sbandieratori e tamburini della “Giostra del Saracino”.
Domenica 27 Aprile, alle ore 18 la Santa Messa in memoria dei congregati defunti.

 

 

CHIUSI, LA SANTA MESSA DI PASQUA PRESIEDUTA DAL CARD. LOJUDICE, “TUTTI PARTECIPIAMO ALLA RESURREZIONE DI CRISTO”

“In questo giorno centrale per la vita di ogni cristiano dobbiamo avere la certezza e la consapevolezza che ognuno di noi può partecipare alla resurrezione di Cristo. Con lui oggi siamo noi tutti, Popolo di Dio,  al centro a questa celebrazione che è un inno al vita e al rinnovamento”.

Questo è un passaggio dell’omelia pronunciata oggi dal Card. Augusto Paolo Lojudice in occasione della sante Messa di Pasqua celebrata nella concattedrale di San Secondiano a Chiusi. Insieme al vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza hanno concelebrato don Raffaele Mennitti e don Patrizio Maccari.

“Incontrare la morte – ha aggiunto il Cardinale – con accanto Gesù non deve fare paura perché noi sappiamo di essere amati da lui, che per noi è morto e risorto. Dobbiamo sapere amara questa vita terrena per essere pronti ad abbracciare quella definitiva ed eterna. Amare questa vita significa soprattutto edificare ogni giorno per costruire una vera pace, giustizia e tolleranza”.

Il cardinale ha poi voluto inviare un saluto ideale agli oltre 400 adolescenti – delle due diocesi che gli sono state affidate-  che la settimana prossima saranno a Roma per il Giubileo a loro dedicato.

Don Mennitti a nome della comunità ha salutato e ringraziato il Cardinale evidenziando come, in unione con il Papa, oggi sia stato possibile lucrare l’indulgenza plenaria.

In chiusura il cardinale ha ricordato anche il prossimo compleanno dell’Araldo Poliziano, che il 23 aprile compirà 120 anni.

PIENZA, IL 21/4 LA MESSA PER IL LUNEDI DELL’ANGELO E LA PROCESSIONE PER S. ANDREA

Lunedì 21 aprile 2025, alle ore 11, il card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza presiede la Santa Messa del Lunedì dell’Angelo. Con concelebra don Giampaolo Riccardi. Come tradizione verrà stata esposta anche la preziosissima reliquia dall’Apostolo Andrea, patrono della città. Prevista anche la processione per le vie della città con la reliquia.

Andrea, ancora di più di san Pietro e Paolo, è simbolo dell’incontro culturale tra Oriente e Occidente, tra la chiesa Cattolica e quella Ortodossa. Il 30 novembre, infatti, è festa sia per la chiesa d’Occidente che d’Oriente. Le sue reliquie vennero messe in salvo dalle invasioni turche nel XV secolo e giunsero in Italia, salvo poi essere restituite alla chiesa orientale da Paolo VI nel 1964 “in segno di carità, di fratellanza, di unione coi Santi del Cielo e con i fratelli della terra”.

Il Museo Diocesano di Pienza ospita proprio il reliquiario che Papa Montini donò alla città di Pio II come risarcimento per averla privata dell’antico e prezioso contenitore, molto venerato dai fedeli del posto.

 

CARD. LOJUDICE AL SIR, “LA LAVANDA DEI PIEDI E LA CENA: I DUE VOLTI DEL GIOVEDÌ SANTO”

Nel Giovedì santo la Chiesa celebra la messa crismale e la “Coena Domini”, ricordando l’istituzione dell’eucaristia e del sacerdozio. Una giornata che unisce sacramento e servizio, richiamando i sacerdoti a vivere con umiltà, coerenza e passione evangelica

Il Giovedì santo è la giornata dedicata alla vita sacerdotale; viene celebrata la messa crismale o “messa degli oli”, in cui tutti i sacerdoti rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione e vengono consacrati gli oli santi: il crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi, portati davanti all’altare, dentro tre anfore. Nel crisma vengono anche versate sostanze profumate.

Nell’ultima messa crismale che ho concelebrato con i sacerdoti della diocesi di Roma, nel 2019, Papa Francesco ci ha esortato a “toccare le ferite delle persone”, donandosi, non cercando la propria comodità, e stando in mezzo alla gente: “… noi non siamo distributori di olio. Siamo unti per ungere. Ungiamo sporcandoci le mani toccando le ferite, i peccati, le angustie della gente…”.

L’altro momento è la messa “in coena Domini”, il ricordo specifico della cena di Gesù con i discepoli, quando dà a loro la consegna più importante: “Fate questo in memoria di me”. Fate cosa? Tante cose. Anzitutto “spezzate il pane e condividetelo”. Gesù promette solennemente che ogni volta che un sacerdote avrebbe posto quel gesto, come ha fatto lui, quel pane sarebbe diventato il suo corpo, quel vino sarebbe diventato il suo sangue. Ha quindi garantito nel tempo, nella storia, nella vita di ciascuno e dell’intera umanità, una presenza vera, reale, sacramentale. Queste parole manifestano con chiarezza l’intenzione di Cristo: sotto le specie del pane e del vino, egli si rende presente in modo reale col suo corpo donato e col suo sangue versato quale sacrificio della nuova alleanza. Al tempo stesso, egli costituisce gli apostoli e i loro successori ministri di questo sacramento, che consegna alla sua Chiesa come prova suprema del suo amore.L’evangelista Giovanni ha scelto di raccontare la lavanda dei piedi invece dell’istituzione della Cena, sottolineando così l’aspetto esistenziale dell’eucaristia che si attualizza in ogni cristiano in amore-servizio del fratello. L’aspetto sacramentale e l’aspetto esistenziale dell’ultima cena non possono essere separati.

Il Giovedì santo resta, per la nostra vocazione sacerdotale, un giorno di fondamentale importanza e di grande provocazione.

Il mondo ha bisogno di vedere in noi coerenza e bontà: gli uomini e le donne di oggi hanno diritto di vedere in noi sacerdoti l’umiltà e l’impegno al servizio fino alla fine, simili a quelli di Gesù. Non possiamo predicare il Vangelo, portare avanti le nostre pastorali senza passione, senza amore; la gente se ne accorge se noi facciamo le cose per amore o per mestiere; non possiamo annunciare Gesù se non siamo appassionati di lui. Dobbiamo essere credibili, anche se non completi e continuamente alle prese col dilemma tra il nostro essere, paolinamente, “vaso di coccio” e il “tesoro” di grazia di cui siamo ministri (2Cor 4,7; cf. Mt 13,44). Dobbiamo essere segno del Trascendente, pur essendo immersi nelle esperienze quotidiane di tutti gli uomini. Uomini che stanno in contatto continuo col loro Dio, ma senza mai interrompere la piena esperienza della condizione umana.

(dal SIR)

Le fotografie sono della celebrazione che si è tenuta a Chiusi in occasione della Messa Crismale.

 

 

 

QUESTA SERA SU TV1 – CANALE 77 DEL DT – L’INTERVISTA AL CARD. LOJUDICE. TEMI: FINE VITA, PACE E GIUBILEO

Questa sera, alle ore 21.30 suTv1, canale 77 del digitale terrestre nella trasmissione “Segno7” andrà in onda l’intervista al Card. Lojudice, Arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e Vescovo di Montepulciano- Chiusi-Pienza.

Intervistato da Simone Pitossi il Presidente della Conferenza Episcopale Toscana si confronta su temi importanti come il fine vita, la pace e il Giubileo.

La trasmissione si può vedere anche sulla app Tv1 Toscana ein streaming su: https://www.tv1.it/

ABBADIA SAN SALVATORE, LA VIA CRUCIS DIOCESANA OCCASIONE PER “MEDITARE SULLA VITA”

Meditare sul cammino di Gesù verso il Calvario significa meditare sulla vita, con tutti i suoi momenti di lotta e difficoltà ma anche con il coraggio di andare avanti fino in cima senza perdere la speranza. In questo senso la Croce diventa l’immagine più fedele della vita e la sua più vera interpretazione. Questo il concetto espresso dal nostro vescovo, cardinale Augusto Paolo Lojudice, nella Chiesa dell’Abbazia ad Abbadia S. Salvatore, a conclusione della via crucis organizzata dall’Azione Cattolica diocesana e svoltasi, come tradizione, sabato scorso delle Palme 12 aprile.  Due gli aspetti che hanno caratterizzato in modo originale la via crucis di quest’anno: il tema giubilare della speranza e il coinvolgimento dei giovani attraverso l’Istituto Avogadro-Da Vinci di Abbadia, la pastorale giovanile diocesana e le parrocchie.

“Pellegrini di speranza”, il motto dell’anno santo, ha accompagnato il cammino attraverso la lettura, ad ogni stazione, di parti della bolla di indizione del Giubileo Spes non confundit. Le parole del Pontefice hanno aiutato i partecipanti a camminare con spirito profondamente cattolico, cioè universale, volgendo l’attenzione ai drammi dell’umanità di oggi:  dalle guerre alle ingiustizie, dallo scandalo della povertà fino all’oppressione della dignità umana e ai pericoli di autodistruzione presenti nel mondo. Di fronte a questo le parole di papa Francesco richiamano continuamente la speranza cristiana nelle sue dimensioni sia terrene che celesti. Particolarmente significativo, in quest’anno giubilare, il riferimento al valore della preghiera per i defunti e ai novissimi, oggetto dei recenti esercizi spirituali nella nostra diocesi. Il senso di ogni stazione è stato poi illuminato dalla Parola di Dio e dalle profonde preghiere e meditazioni offerte dalle parrocchie,  aggregazioni e altre realtà ecclesiali cha hanno generosamente accolto l’invito a partecipare in spirito sinodale. Le strade di Abbadia San Salvatore hanno visto camminare dietro la croce persone di ogni età, con una bella presenza di giovani, e ad ogni sosta è stato possibile ammirare i pannelli realizzati dagli alunni dell’Istituto Avogadro, validamente coordinati dai loro insegnanti.  Opere che colpiscono per la capacità di andare all’essenziale con un linguaggio figurativo giovane nella fedeltà al messaggio evangelico. Che in queste settimane alcuni giovani abbiano meditato sul significato della via crucis ed abbiano messo a disposizione le proprie competenze è un segno di speranza per tutta la comunità ecclesiale e civile. All’ingresso nell’Abbazia una nuova sorpresa ha accolto i partecipanti: i ragazzi della scuola secondaria di primo grado hanno donato dei segnalibro ricordo realizzati da loro con la guida dei propri insegnanti: una forma di accoglienza e la dimostrazione che la Croce parla a tutti e tutti possono lasciarsi ispirare da essa. Come ogni anno non è mancata un’attenzione effettiva ai poveri della nostra terra: i partecipanti hanno rinunciato alla cena per offrire il corrispettivo alla Caritas diocesana. Un altro segno eloquente che ha accompagnato il cammino è stato il fatto che per molte stazioni la croce è stata portata dai presbiteri: un modo per ribadire quanto è prezioso il loro servizio e quanto è doveroso pregare per essi, come ha ricordato il cardinale invitando i fedeli alle celebrazioni della settimana santa e, in particolare, alla messa del Crisma.

(A cura di Paolo Cencini).