LOURDES, DAL 29/VII AL 3/VIII IL PELEGRINAGGIO INTERDIOCESANO GUIDATO DAL CARD. LOJUDICE

Dal 29 luglio al 3 agosto 2024 si svolgerà il pellegrinaggio Interdiocesano a Lourdes organizzato dall’U.N.I.T.A.L.S.I. Toscana e dalle Diocesi di Siena – Colle Val D’Elsa – Montalcino e Montepulciano – Chiusi – Pienza.

Al pellegrinaggio, che ha come titolo “Che si venga qui in processione”, parteciperà il Card. Augusto Paolo Lojudice.

Il pellegrinaggio si svolgerà dal 29 luglio  al 3 agosto 2024 per chi volesse viaggiare in pullman, mentre per chi decidesse di spostarsi in aereo le date sono dal 30 luglio al 2 agosto 2024 (con riserva di conferma al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti).

Seguiranno comunicazioni a tutte le parrocchie con i vari dettagli su modalità d’iscrizione, termini e quote di partecipazione. Di seguito i contatti dei referenti diocesani, reperibili per qualunque tipo di comunicazione:

Arcidiocesi di Siena – Colle Val D’Elsa – Montalcino:

E-mail: lourdes.interdiocesano.siena@gmail.com

Contatti Whatsapp 342 7470111

Forania di Siena: Cutini Sabrina 338 2815011;

Forania di Colle Val D’Elsa, Poggibonsi, San Gimignano: Bucciarelli Graziella 338 4169777;

Forania di Val D’Arbia e Val Di Merse: Faenzi Barbara 338 2565087;

Forania di Montalcino – Amiata: Fedolfi Chiara 320 7238439;

Giovani e Scout: Meniconi Irene 339 6280694;

Malati, Anziani, Disabili, RSA e Medici: Mori Silvia 335 1710972.

Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza:

E-mail: lourdes.interdiocesano.montepulciano@gmail.com

Contatti Telefonici: Rossi Emanuela 348 6567225, Starnini Francesca 347 6311566

 

PIENZA, LA “PIEVE DI CORSIGNANO” GIOIELLO DI STORIA E SPIRITUALITÀ. PRESENTATI I LAVORI DI RESTAURO

Sabato scorso si è tenuta la presentazione dei lavori di restauro della Pieve dei Santi Vito e Modesto a Corsignano, situata a circa un chilometro di distanza dall’elegante città di Pienza. La bellissima costruzione romanica, gioiello nascosto di queste terre, è una delle più antiche testimonianze della Città Ideale. Non a caso l’edificio si inserisce a pieno titolo nelle vicende private e, più in generale, nella vita del papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini, il quale, nel 1405, ricevette qui il battesimo.

L’evento è stato promosso dalla Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena-Grosseto-Arezzo, dal Comune e dalla parrocchia di Pienza.

Erano presenti, tra gli altri, Don Antonio Canestri, vicario generale della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, l’arch. Gabriele Nannetti, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena-Grosseto-Arezzo, Manolo Garosi, sindaco di Pienza, e don Giampaolo Riccardi, parroco di Pienza.
Sono intervenuti, anche, gli architetti Fausto Formichi e Federico Salvini e la dott.ssa Ada Salvi.

L’antica chiesa, che spicca per la caratteristica torre campanaria cilindrica e le sue monofore, è rimasta l’unica pieve esistente nel territorio pientino dopo la scomparsa delle molte altre sue simili, di cui ormai si conoscono solo i nomi.

Originariamente costruita in blocchi di tufo, appare oggi nel suo restauro risalente al XI secolo. La sua bellezza sobria e austera rimane spesso nascosta agli occhi dei numerosi turisti che si ritrovano a visitare la zona circostante divenuta ormai famosa per la celebre scena della pellicola “Il Gladiatore”.

L’interno scarno ma suggestivo della chiesa, suddiviso in tre navate dai grandi pilastri di pietra, assume un’atmosfera calorosa grazie alla copertura a capanna di travature in legno scoperte. Nella parte esterna, invece, gli ornamenti della facciata a capanna, i suoi bassorilievi, che adornano i portali Sud e Ovest, e le abbondanti decorazioni, ci raccontano un immaginario insolito fatto di sirene, cariatidi e animali singolari. Singolarità che si rispecchia nella totalità figurativa di questo tesoro architettonico a cui i lavori di restauro appena conclusisi hanno restituito una vitalità e freschezza degni di nota.

Una ricchezza, quindi, quella di questa piccola ma incantevole chiesa che, oggi riscoperta, può essere ora finalmente ammirata e apprezzata nella splendida cornice delle colline della Val d’Orcia.

VATICANO, PRESENTATA “DIGNITAS INFINITA”, IL DOCUMENTO DEL DICASTERO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE  

“Dignitas infinita” è stata pubblicata e presentata ieri in Sala Stampa vaticana dal cardinale Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, dal segretario monsignor Armando Matteo e dalla professoressa Paola Scarcella. Il documento del Dicastero ha richiesto cinque anni di lavoro e include il magistero papale dell’ultimo decennio: dalla guerra alla povertà, dalla violenza sui migranti a quella sulle donne, dall’aborto alla maternità surrogata all’eutanasia, dalla teoria del gender alla violenza digitale

 

Tre capitoli offrono i fondamenti per le affermazioni contenute nel quarto, dedicato ad “alcune gravi violazioni della dignità umana”: è la dichiarazione “Dignitas infinita” del Dicastero per la Dottrina della Fede, un documento che fa memoria del 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e riafferma «l’imprescindibilità del concetto di dignità della persona umana all’interno dell’antropologia cristiana» (Introduzione).

La principale novità del documento, frutto di un lavoro durato cinque anni, è l’inclusione di alcuni temi portanti del recente magistero pontificio che affiancano quelli bioetici. Nell’elenco “non esaustivo” che viene offerto, tra le violazioni della dignità umana, accanto all’aborto, all’eutanasia e alla maternità surrogata compaiono la guerra, il dramma della povertà e dei migranti, la tratta delle persone. Il nuovo testo contribuisce così a superare la dicotomia esistente tra quanti si concentrano in modo esclusivo nella difesa della vita nascente o morente dimenticando tanti altri attentati contro la dignità umana e, viceversa, coloro che si concentrano soltanto sulla difesa dei poveri e dei migranti dimenticando che la vita va difesa dal concepimento fino alla sua naturale conclusione.

Principi fondamentali

Nelle prime tre parti della dichiarazione sono richiamati i principi fondamentali. «La Chiesa, alla luce della Rivelazione, ribadisce e conferma in modo assoluto» la «dignità ontologica della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo Gesù» (1). Una «dignità inalienabile» che corrisponde «alla natura umana al di là di qualsiasi cambiamento culturale (6) ed è «un dono ricevuto» ed è pertanto presente «per esempio, in un bambino non ancora nato, in una persona priva di sensi, in un anziano in agonia» (9). «La Chiesa proclama l’uguale dignità di tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro condizione di vita o dalle loro qualità» (17) e lo fa sulla base della rivelazione biblica: donne e uomini sono creati a immagine di Dio; Cristo incarnandosi «ha confermato la dignità del corpo e dell’anima» (19), e risorgendo ci ha rivelato che «l’aspetto più sublime della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio» (20).

Dignità di ogni persona

Il documento mette in luce l’equivoco rappresentato dalla posizione di coloro che all’espressione “dignità umana” preferiscono “dignità personale”, «perché intendono come persona solo “un essere capace di ragionare”». Di conseguenza, sostengono «non avrebbe dignità personale il bambino non ancora nato e neppure l’anziano non autosufficiente, come neanche chi è portatore di disabilità mentale. La Chiesa, al contrario, insiste sul fatto che la dignità di ogni persona umana, proprio perché intrinseca, rimane al di là di ogni circostanza» (24). Inoltre, si afferma «il concetto di dignità umana, a volte, viene usato in modo abusivo anche per giustificare una moltiplicazione arbitraria di nuovi diritti… come se si dovesse garantire la capacità di esprimere e di realizzare ogni preferenza individuale o desiderio soggettivo (25).

L’elenco delle violazioni

La dichiarazione presenta quindi l’elenco di “alcune gravi violazioni della dignità umana”, cioè «tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario»; ma anche «tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche». Ed infine «tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili». Si cita pure la pena di morte che «viola la dignità inalienabile di ogni persona umana al di là di ogni circostanza» (34).

Povertà, guerra e tratta delle persone

Si parla innanzitutto del «dramma povertà», «una delle più grandi ingiustizie del mondo contemporaneo» (36). Poi c’è la guerra, «tragedia che nega la dignità umana» ed «è sempre una “sconfitta dell’umanità”» (38), al punto che «oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile “guerra giusta”» (39). Si prosegue con il “travaglio dei migranti”, la cui «vita è messa a rischio perché non hanno più i mezzi per creare una famiglia, per lavorare o per nutrirsi» (40). Il documento si sofferma poi sulla “tratta delle persone”, che sta assumendo «dimensioni tragiche» e viene definita «un’attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate» invitando «sfruttatori e clienti» a fare un serio esame di coscienza (41). Allo stesso modo si invita a lottare contro fenomeni quali «commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato» (42). Si citano inoltre “l’abuso sessuale”, che lascia «profonde cicatrici nel cuore di chi lo subisce»: si tratta di «sofferenze che possono durare tutta la vita e a cui nessun pentimento può porre rimedio» (43). Si continua con la discriminazione delle donne e la violenza su di esse, citando tra queste ultime «la costrizione all’aborto, che colpisce sia la madre che il figlio, così spesso per soddisfare l’egoismo dei maschi» e «la pratica della poligamia» (45). Si condanna il “femminicidio” (46).

Aborto e maternità surrogata

Netta è poi la condanna dell’aborto: «fra tutti i delitti che l’uomo può compiere contro la vita, l’aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile» e si ricorda che la «difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano» (47). Forte anche il no alla maternità surrogata, «attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto», una pratica «che lede gravemente la dignità della donna e del figlio… fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto». (48) Nell’elenco sono poi citati eutanasia e suicidio assistito, confusamente definiti da alcune leggi «morte degna», ricordando che la «sofferenza non fa perdere al malato quella dignità che gli è propria in modo intrinseco e inalienabile» (51). Si parla quindi dell’importanza delle cure palliative e dell’evitare «ogni accanimento terapeutico o intervento sproporzionato», ribadendo che «la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata» (52). Tra le gravi violazioni della dignità umana trova anche spazio lo “scarto” delle persone diversamente abili (53).

Teoria del gender

Dopo aver ribadito che nei confronti delle persone omosessuali va evitato «ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza», denunciando «come contrario alla dignità umana» il fatto che in alcuni luoghi persone «vengano incarcerate, torturate e perfino private del bene della vita unicamente per il proprio orientamento sessuale» (55), il documento critica la teoria del gender, «che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali» (56). La Chiesa ricorda che la «vita umana, in tutte le sue componenti, fisiche e spirituali, è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender… non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio» (57). La teoria del gender «vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale» (58). Pertanto sono «da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna» (59). Negativo anche il giudizio sul cambio di sesso, che «di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento» anche se «questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie» (60).

Violenza digitale

L’elenco si completa con la “violenza digitale”, e cita le «nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo» e la «diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo» sul web (61). La dichiarazione finisce esortando «a porre il rispetto della dignità della persona umana al di là di ogni circostanza al centro dell’impegno per il bene comune e di ogni ordinamento giuridico» (64).

QUI IL TESTO COMPLETO:

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/04/08/0284/00588.html

(Fonte: www.vaticannews.va)

 

 

GRADO, APERTO OGGI IL 44° CONGRESSO DELLE CARITAS DIOCESANE

Primo giorno di lavori per il 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, dall’8 all’11 aprile a Grado, con una “tappa” a Gorizia, lungo quel confine che oggi, più che separare, unisce la città italiana alla slovena Nova Gorica. Titolo “CONFINI, ZONE DI CONTATTO E NON DI SEPARAZIONE”.

Oltre 600 i partecipanti dalle 218 Caritas diocesane di tutta Italia che, ripartendo da quanto emerso dal Convegno dello scorso anno a Salerno e guardando al Giubileo del 2025, riflettono insieme sul tema dei “confini” alla luce delle “tre vie” consegnate loro da papa Francesco in occasione del 50° dell’istituzione di Caritas Italiana (1° luglio 1971): la via degli ultimi; la via del Vangelo; la via della creatività.

Per la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza sono presenti Giuliano Faralli, direttore della Caritas diocesana e don Davide Campeggiani.

Il “confine” di questo 44° Convegno è pensato non come la linea che stabilisce un dentro e un fuori, ma come una porta, che permette di uscire e di entrare, che si può però anche chiudere e bloccare. Proprio il confine segna il punto di contatto tra centro e periferia: può essere o diventare luogo di incontro e di annuncio o elemento che crea distanza ed esclusione; dipende da come si usa la porta.

Il Convegno si svolge sul confine che scorre nei pressi di Grado e Gorizia, tra Italia e Slovenia, reso permeabile dalla comune appartenenza all’Unione Europea, che però rimane a sottolineare come le differenze debbano essere valorizzate, messe in comunicazione, rese feconde. Gorizia che, assieme a Nova Gorica, nel 2025 sarà Capitale europea della Cultura.

La “carità” (in latino “caritas”) è “attraversamento di confini”, come ricorda mons. Carlo Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas Italiana. «Tutti i confini, a cominciare da quelli che abbiamo nel cuore e nella testa…». Vogliamo «farli diventare punti di incontro e di riconciliazione».

CHIUSI, L’11/IV IL CARD. LOJUDICE AL CONVEGNO SUL VOLONTARIATO PROMOSSO DALLA PUBBLICA ASSISTENZA

Giovedì 11 Aprile 2024,  alle 17.30, presso l’auditorium La Villetta a Chiusi, si terrà il convegno su “Innovazione Sociale, quale ruolo del volontariato oggi tra politiche, servizi e coesione. Le Associazioni di Pubblica Assistenza“.
Intervengono: Card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, Colle di Val d’Elsa – Montalcino e vescovo di Montepulciano – Chiusi – Pienza; Serena Spinelli, assessore alle Politiche Sociali della Regione Toscana; Dimitri Bettini, presidente ANPAS Regione Toscana; Benedetto Parisi, presidente delegazione CESVOT provincia di Siena; Gianluca Sonnini, sindaco di Chiusi ; Fabrizio Talozzi, presidente Associazione di Pubblica Assistenza di Chiusi e Valentino Santoni, ricercatore di percorsi di Secondo Welfare.
Coordinano i giornalisti Chiara Lanari e Massimo Montebove.
L’iniziativa, inserita nell’ambito dei Festeggiamenti per il 40° anniversario dalla fondazione dell’Associazione di Pubblica Assistenza di Chiusi, si pone l’obiettivo di promuovere una riflessione sull’entità delle trasformazioni sociali che interessano le nostre comunità con particolare riferimento alla erogazione di servizi nei confronti di chi ha più bisogno, in un contesto di sviluppo della coesione sociale.

CHIUSI, IL 16/4 LA LECTIO MAGISTRALIS DI P. PAOLO BENANTI SU “UN’ETICA PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?”

Martedì 16 aprile 2024, alle ore 17,30, presso il teatro Mascagni in Via Giuseppe Garibaldi, 30 a Chiusi, si terrà la lectio magistralis su “Un’etica per l’intelligenza artificiale?” del Prof. P. Paolo Benanti, presidente della commissione sull’intelligenza artificiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’iniziativa è promossa dalla Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, dall’Arcidiocesi di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino, dalla Libera Università per le Scienze Biblico Teologiche (LUBIT) con il patrocinio del Comune di Chiusi.

Francescano del Terzo Ordine Regolare, teologo Romano, classe 1973, Paolo Benanti è un francescano del Terzo Ordine Regolare – TOR – e si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie. In particolare i suoi studi si focalizzano sulla gestione dell’innovazione: internet e l’impatto del Digital Age, le biotecnologie per il miglioramento umano e la biosicurezza, le neuroscienze e le neurotecnologie.

Come scrive lui stesso, “cerco di mettere a fuoco il significato etico e antropologico della tecnologia per l’Homo sapiens: siamo una specie che da 70.000 anni abita il mondo trasformandolo, la condizione umana è una condizione tecno-umana…”

Presso la Pontificia Università Gregoriana ha conseguito nel 2008 la licenza e nel 2012 il dottorato in teologia morale. La dissertazione di dottorato dal titolo “The Cyborg. Corpo e corporeità nell’epoca del postumano” ha vinto il Premio Belarmino – Vedovato.

Dal 2008 è docente presso la Pontificia Università Gregoriana, l’Istituto Teologico di Assisi e il Pontificio Collegio Leoniano ad Anagni. Oltre ai corsi istituzionali di morale sessuale e bioetica si occupa di neuroetica, etica delle tecnologie, intelligenza artificiale e postumano. Ha fatto parte della Task Force Intelligenza Artificiale per coadiuvare l’Agenzia per l’Italia digitale. E’ membro corrispondente della Pontificia accademia per la vita con particolare mandato per il mondo delle intelligenze artificiali. A fine 2018 è stato selezionato dal Ministero dello sviluppo economico come membro del gruppo di trenta esperti che a livello nazionale hanno il compito di elaborare la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale e la strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e blockchain.

MONTEPULCIANO, IL 7/IV IL CONCERTO DELL’ORGANO DI SAN BIAGIO, MERAVIGLIA DEL 1781

Come ormai è tradizione, il Festival di Pasqua a Montepulciano offre a poliziani e turisti un concerto dedicato al meraviglioso organo a canne del Tempio di San Biagio, costruito nel 1781 da Alamanno Contucci.

Il concerto, domenica 7 aprile alle 11.30, a ingresso gratuito con la collaborazione delle Parrocchie di Montepulciano e delle Opere Ecclesiastiche Riunite, sarà tenuto dall’organista Francesco Alessandrini, Maestro esperto dello strumento in ogni suo aspetto, dall’esecuzione al restauro. Il programma si concentra, pur se non esclusivamente, su brani dello stesso secolo in cui è stato costruito l’organo di San Biagio, mettendone così in luce le caratteristiche specifiche.

PIENZA; IL 6/4 LA PRESENTAZIONE DEL RESTAURO DELLA PIEVE DEI SANTI VITO E MODESTO A CORSIGNANO

Sabato 6 aprile 2024, alle ore 16, si terrà la presentazione dei lavori di restauro della Pieve dei Santi Vito e Modesto a Corsignano, nel comune di Pienza.
L’evento è promosso dalla Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena-Grosseto-Arezzo, dal Comune di Pienza e dalla parrocchia di Pienza.
Porteranno il loro saluto il card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, l’arch. Gabriele Nannetti, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena-Grosseto-Arezzo, Manolo Garosi, sindaco di Pienza, e don Giampaolo Riccardi, parroco di Pienza.
Interverranno gli architetti Fausto Formichi e Federico Salvini e la dott.ssa Ada Salvi.
Alle ore 18 è prevista la Santa Messa presieduta dal card. Lojudice.

PIENZA, LA MESSA DEL LUNEDI’ DELL’ANGELO E LA PROCESSIONE PER S. ANDREA

Questa mattina il card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza ha presieduto la Santa Messa del Lunedì dell’Angelo. Con lui hanno concelebrato il parroco, don Giampaolo Riccardi e don Gabriele Petreni.

Come tradizione è stata esposta anche la preziosissima reliquia dall’Apostolo Andrea, patrono della città. A causa del maltempo la processione prevista perle vie della città si è tenuta all’interno della Cattedrale.

Andrea, ancora di più di san Pietro e Paolo, è simbolo dell’incontro culturale tra Oriente e Occidente, tra la chiesa Cattolica e quella Ortodossa. Il 30 novembre, infatti, è festa sia per la chiesa d’Occidente che d’Oriente. Le sue reliquie vennero messe in salvo dalle invasioni turche nel XV secolo e giunsero in Italia, salvo poi essere restituite alla chiesa orientale da Paolo VI nel 1964 “in segno di carità, di fratellanza, di unione coi Santi del Cielo e con i fratelli della terra”.

Il Museo Diocesano di Pienza ospita proprio il reliquiario che Papa Montini donò alla città di Pio II come risarcimento per averla privata dell’antico e prezioso contenitore, molto venerato dai fedeli del posto.

 

 

CHIUSI, LA MESSA DI PASQUA PRESIEDUTA DAL CARD. LOJUDICE, “LA RISURREZIONE CHIAVE DI VOLTA DELLE NOSTRE ESISTENZE”

Solenne celebrazione per la Santa Pasqua nella concattedrale di san Secondiano a Chiusi presieduta dal card, Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi- Pienza e concelebrata dal parroco, don Baldovino Potomonyo Muvwaro. Durante la celebrazioni i più piccoli hanno portato all’altare le offerte e alcune piantine nate dai semi coltivati in memoria del piccolo Francesco che ci ha lasciato, loro compagno di classe.

In una chiesa gremita e colorata dalla presenza di tanti bambini del catechismo il Card. Lojudice ha salutato idealmente “tutte le comunità della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza nel giorno più importante per ogni cristiano: la Pasqua, con la quale celebriamo la vittoria della vita sulla morte. La risurrezione di Gesù”.

“Questa giornata di festa – ha aggiunto – è anche l’occasione per fermarsi a riflettere sulle nostre vite senza dimenticare che al centro della nostro percorso come cristiani c’è appunto la risurrezione che è la chiave di volta delle nostre vite”.

“Con la rinascita alla vita di Gesù- ha spiegato – cambia anche  il rapporto degli stessi discepoli con Lui. Cristo stesso li abitua ad una nuova dimensione di vicinanza non più in presenza, ma in Spirito. Passeranno 40 giorni prima dell’Ascensione, un numero programmatico che torna spesso nel Vangelo”.

“La vita nuova  – ha proseguito – si basa su tre  cardini principali: la novità del Cristo che è risorto, la comprensione del suo progetto di salvezza ed infine l’effusione dello Spirto Santo”.

“Maria di Magdala – ha poi sottolineato – è la prima persona a cui Gesù appare. Una donna! Ma Cristo risorto si fa vedere da chi gli ha voluto bene ed è stato devoto, da chi spesso è considerato ultimo, fragile, debole”.

“Penso oggi ai tanti bambini ai quali hanno fatto perdere la dignità  gli abusi e l’indifferenza. Cristo è risorto per loro e per le tante troppe donne vittime di una cieca follia che porta alla violenza e al sopruso”.

“Il Cristo ci chiama uno ad uno – ha proseguito – ma non saremo in grado di riconoscerlo se non cambiamo, se non rimettiamo al centro delle nostre vite la pace come metodo di relazione nel particolare e nel mondo. Ricordiamo oggi le tante guerre nel mondo quelle famose e quelle meno famose. Tutte mietono vittime innocenti a partire dai più piccoli”.

“Vi auguro – ha concluso – di essere portatori di vera pace nelle vostre vite e nelle vostre comunità”