Con una Santa Messa presieduta dal nostro vescovo, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, la comunità di Montisi ha oggi festeggiato la sua patrona, la Madonna delle Nevi.
La celebrazione si è svolta sul sagrato del santuario a lei dedicato, inagibile dal 2014 a causa di problemi strutturali. Numerosa la partecipazione della gente del paese, insieme alle autorità civili e militari del comune di Montalcino, ai rappresentanti della Pro Loco Giostra di Simone – che organizza anche l’omonima rievocazione storica del 5 agosto – e delle quattro contrade del borgo: Castello, Piazza, San Martino e Torre. Proprio quest’ultima era presente con il “Panno”, premio della Giostra conquistato domenica 3 agosto, a dieci anni dalla sua ultima vittoria.
Durante la celebrazione è stata esposta e utilizzata una preziosa tovaglia d’altare, carica di significato per la comunità di Montisi. Il manufatto, infatti, fu donato al santuario da padre Paolo Barbieri, O.F.M., originario del paese, che proprio in quella chiesa celebrò la sua prima Messa il 5 agosto 1926. Divenuto poi missionario in Cina, vi trascorse lunghi anni di dura prigionia a causa della fede prima di far ritorno in Italia. La tovaglia, finemente ricamata in seta policroma con motivi vegetali e il monogramma mariano, reca un’iscrizione in caratteri cinesi tradizionali:
«Il santo fondatore san Francesco proveniente dalla terra di Assisi ha superato le prove e i dolori del mondo. Ha accettato precocemente l’insegnamento sacro, ritirandosi dal mondo e vivendo con austerità, semplicità e cuore buono. Ha fondato tre ordini religiosi producendo santi e saggi. La sua opera ha lasciato un segno incancellabile, portando la pace e la fede ovunque. Coloro che seguono il suo esempio vivono secondo le leggi della carità e della bontà. Le sue azioni sono degne di eterna gloria, poiché ha ricevuto il segno delle cinque ferite e si è innalzato trionfante verso i cieli. Oh, grande santo, ora seduto gloriosamente tra i troni celesti, la tua luce risplenda per sempre. Che la tua virtù regni eterna. A te ci inchiniamo e rendiamo onore».
a cura di Don Davide Campeggiani