Sabato 22 novembre 2025, alle ore 15 nella concattedrale di S. Secondiano a Chiusi si terrà “Il Giubileo delle corali parrocchiali” che avrà come titolo “Chi canta prega due volte”. Al termine della rassegna ci sarà un breve momento di preghiera.

Sabato 22 novembre 2025, alle ore 15 nella concattedrale di S. Secondiano a Chiusi si terrà “Il Giubileo delle corali parrocchiali” che avrà come titolo “Chi canta prega due volte”. Al termine della rassegna ci sarà un breve momento di preghiera.

Gli studenti dell’istituto comprensivo di Cetona accompagnati dall’insegnante di religione, Fabio Pacchieri hanno partecipato a Roma al Giubileo del mondo educativo con l’udienza con papa Leone XIV.
Un incontro che i ragazzi hanno definito “ben calibrato, snello e chiaro”.
Sul prossimo numero dell’Araldo Poliziano la cronaca di questa straordinaria esperienza giubilare.

Domani 200 studenti dei Licei Poliziani di Montepulciano partiranno per Roma per vivere un’esperienza speciale nell’Anno del Giubileo: l’udienza con Papa Leone XIV e il passaggio della Porta Santa nella Basilica di San Pietro. I ragazzi e le ragazze delle quinte classi verranno accompagnati dai docenti di religione Baglioni, Tanganellli e don Zafarana insieme ad altri docenti.


Domenica prossima, 12 ottobre 2025, presso il Duomo di Chiusi, si terrà la Convocazione Diocesana.
Il programma prevede alle ore 16 la preghiera, alle ore 16, 15 la presentazione dell’anno pastorale da parte del Card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza.
Alle ore 17,30 la celebrazione Eucaristica. Sono sospese le messe Vespertine nelle parrocchie.

Si tiene oggi, sabato 20 settembre 2025, il Giubileo dello sport dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza presso il Ricreatorio del Costone a Siena. Il programma inizierà alle ore 15.30 con il ritrovo dei partecipanti. Alle 16 sono previste attività sportive e dimostrazioni a cura del CSI della provincia di Siena e di alcune società sportive presenti, mentre alle 17 ci saranno le testimonianze di: Roberto Chiacig, cestista, Daniele Gastaldello, ex calciatore, Matteo Betti, schermidore (argento alle Paralimpiadi di Parigi 2024) e Cristina Capocchini, ex cestita. Alle 18.30 ci sarà la processione verso la chiesa dalla SS. Annunziata dove alle ore 19 presiederà la Santa Messa il card. Augusto Paolo Lojudice.
Per questa occasione, l’ex CT della nazionale italiana di calcio, Roberto Mancini, ha voluto inviare un videomessaggio a tutti i partecipanti:
Si terrà sabato 20 settembre 2025 il Giubileo dello sport della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e dell’arcidiocesi di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino presso il Ricreatorio del Costone a Siena. Qui di seguito il programma che avrà come culmine la processione verso la chiesa dalla SS. Annunziata dove alle ore 19 presiederà la Santa Messa il card. Augusto Paolo Lojudice.

Si è tenuto ieri, a Roma, il Giubileo dei Ministranti dell’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, che ha visto la presenza di circa 50 bambini e ragazzi, accompagnati a Roma dal card. Augusto Paolo Lojudice, da padre Raffaele Menniti e da alcuni catechisti.
Il programma della giornata ha visto l’arrivo del gruppo alle catacombe di San Callisto, dove si è tenuta una visita guidata, e poi la celebrazione della Santa Messa nella vicina chiesa del vicino Istituto Salesiano “San Tarcisio”, patrono dei ministranti. Nello stesso istituto i ragazzi si sono fermati a pranzo prima di spostarsi nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove hanno attraversato la Porta Santa e rinnovato la propria professione di fede, prima di fermarsi qualche minuto in preghiera sulla tomba di San Paolo.

Il prossimo 4 settembre 2025 si terrà il pellegrinaggio Giubilare a Roma dei Ministranti dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza.
Prevista al visita alle catacombe di San Callisto, la Santa Messa nella parrocchia di San Tarcisio e successivamente il trasferimento alla Basilica papale di San Paolo fuori le mura e il passaggio della Porta Santa.
Qui di seguito gli orari di partenza da Siena, Bettolle e Chiusi ei riferimenti degli organizzatori.

“Aspirate alle cose grandi”, come Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, perché la fragilità non è “un tabù” e “la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, da ciò che possediamo”. Papa Leone XIV parla ad oltre un milione di giovani radunati a Tor Vergata per il momento conclusivo del Giubileo dei giovani e dimostra di prendere sul serio la loro condizione, a partire da una sete di infinito che brucia forte nel cuore e che non chiede altro che di essere saziata. Paragona l’itinerario compiuto in questi giorni dal “popolo giovane”, incontrato per la prima volta, al cammino compiuto dai discepoli di Emmaus e descrive la speranza come uno sgabello che serve ai bambini per affacciarsi alla finestra di Dio. “E’ bello, anche a vent’anni,” spalancare quella finestra sull’infinito, imparando a dire noi ai “surrogati inefficaci” della speranza. Perché, come diceva Papa Francesco durante la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, “non siamo malati, siamo vivi”, e siamo fatti per “non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell’amore”, gli ha fatto eco Prevost.
“Una cascata di grazia per la Chiesa e il mondo intero”:
così il Papa ha definito il Giubileo dei giovani, durante l’Angelus, in cui ha affidato ancora una volta al Signore le due pellegrine scomparse in questi giorni e ha citato i giovani di Gaza e dell’Ucraina, insieme a tutti i giovani che soffrono “in ogni terra ferita dalla guerra”.
“Dopo questo Giubileo, il pellegrinaggio di speranza dei giovani continua e ci porterà in Asia”,
ha poi detto dando ai giovani l’appuntamento a Seoul, per la Giornata mondiale della Gioventù, dal 3 all’8 agosto 2027 sul tema: ‘Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo’”. Alla fine, fuori programma, acclamato dall’immensa platea di giovani che scandiva il suo nome, Leone XIV è tornato a sorpresa sul palco, per salutarli ancora una volta con un appello a braccio:
“Chiedo che voi portiate un saluto anche a tanti giovani che non hanno potuto stare qui con noi, in tanti Paesi dove era impossibile uscire. Portate questa gioia, questo entusiasmo a tutto il mondo! Voi siete sale della terra, luce del mondo: portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di speranza. Grazie di nuovo a tutti voi e buon viaggio!”
La fragilità “non è un tabu”, “è parte della meraviglia che siamo”,
l’esordio dell’omelia, in cui il Papa si è soffermato sull’incontro con il Risorto “che cambia la nostra esistenza, che illumina i nostri affetti, desideri, pensieri”. “Siamo fatti così: siamo fatti per questo”, il paragone con i fiori nei prati: “Non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell’amore”.
“Aspiriamo continuamente a un ‘di più’ che nessuna realtà creata ci può dare”, il ritratto dei giovani: “sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere”. “Di fronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci!”,
ha esclamato il Pontefice: “Ascoltiamola, piuttosto! Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro con Dio. Ci troveremo di fronte a Lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima. Ed è bello, anche a vent’anni, spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con Lui verso gli spazi eterni dell’infinito”. Poi la citazione di Sant’Agostino: “Tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità”. “Sono parole molto belle”, ha commentato Papa Leone in spagnolo, che ricordano quelle pronunciate da Papa Francesco durante la Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona:
“Ognuno è chiamato a confrontarsi con grandi domande che non hanno una risposta semplicistica o immediata, ma invitano a intraprendere un viaggio, a superare se stessi, a andare oltre, a un decollo senza il quale non c’è volo. Non allarmiamoci, quindi, se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompleti, desiderosi di senso e di futuro. Non siamo malati, siamo vivi!”.
“C’è una domanda bruciante nei nostri cuori, un bisogno di verità che non possiamo ignorare, che ci porta a chiederci: cos’è la vera felicità? Qual è il vero significato della vita?”, ha detto il Papa in inglese: “Cosa può liberaci dall’essere intrappolati nell’insulsaggine, nella noia e nella mediocrità?”.
“La pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, da ciò che possediamo.
È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere”,’ il segreto offerto ai giovani.
“Comprare, ammassare, consumare, non basta”,
il monito: “Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle cose di lassù, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, di perdono, di pace, come quelli di Cristo”.
“Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno”.
E’ la consegna del Papa ai giovani. “La nostra speranza è Gesù”, ha ribadito Leone XIV: “È Lui, come diceva San Giovanni Paolo II, che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”. “Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre – la raccomandazione del Pontefice – coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati canti”.
Fonte: Agensir
Il card. Augusto Paolo Lojudice su Avvenire oggi riflette sul milione di giovani che erano ieri sera a Tor Vergata e che oggi parteciperanno alla Santa messa con Leone XIV.
“Essere a Tor Vergata, ancora una volta dopo 25 anni, è scuola di umanità e di condivisione. Vorrei che dal Giubileo dei giovani si alzasse un fortissimo anelito di pace, una richiesta collettiva così travolgente e intensa da non poter essere ignorata dai potenti della terra che mettono a rischio il futuro di tutti. Mai più la guerra”. A dirlo è il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente dei vescovi toscani che ieri sera ha condiviso con i ragazzi di Siena e Montepulciano l’emozione e la spiritualità profonda della veglia insieme al Santo Padre Leone XIV ed oggi concelebrerà con il Pontefice.
“Venticinque anni fa – racconta il cardinale – ero il parroco di Tor Bella Monaca dove accogliemmo per il servizio mensa, tantissimi dei ragazzi della spianata di Tor Vergata. Erano tempi diversi, senza ancora la “dittatura dei social” e dei telefonini. I giovani erano stupendi allora come oggi, ma con la voglia di stare insieme uno accanto all’altro”. Tanti, ora adulti (compreso il parroco del Quarticciolo che ci ha accolto) legano a quella notte del 2000 la scoperta della loro vocazione.
“Oggi la tecnologia – aggiunge – fa sentire meno l’esigenza di stringersi in uno stesso luogo. Ma è anche vero le chat non possono sostituire la coesione e l’effetto paradossale e contrario della globalizzazione hi tech che rende tutti più soli”.
“Sono qui con i ragazzi – racconta il cardinale – che hanno nel cuore le stesse domande di senso e di felicità dei giovani del 2000. Stare al passo, dialogare, mettersi nei loro panni ci aiuta ad educare, a dire i no e i sì giusti. Già allora avevamo il problema di rendere interessante la nostra proposta: adesso ci sono nell’aria virus più insidiosi e chi viene a Roma è ancora più motivato e compie una scelta contro corrente, mettendosi in gioco rispetto a un clima generale che induce all’indifferenza e al disimpegno”.
“Nessuno – aggiunge – è qui per fare una passeggiata. Siamo venuti a Roma per vivere un’esperienza forte, vera, di Chiesa. E per testimoniare che siamo fratelli in Cristo, pronti a costruire qualcosa di bello e di buono”.
“Ai ragazzi che sono qui con me – continua – dico sempre che anche quando vi sentite piccoli, inadeguati o insignificanti, ricordate che dentro ciascuno di voi c’è un grande tesoro. Il Regno di Dio è simile a un granello che cresce, a un pizzico di lievito che fermenta tutto l’impasto. Anche da una sola parola, da un gesto, può sbocciare qualcosa di grande”.
“In questa epoca – sottolinea – è sempre più evidente come la libertà costi fatica e che la fede chiede tempo. Non possiamo creare un Dio a nostra immagine e somiglianza, che ci accontenta subito. Dio si rivela nel cammino, nella storia, nella realtà quotidiana, non in una risposta preconfezionata”.
“Gesù – aggiunge il Cardinale – non ci ha detto com’è il paradiso. Ci ha detto di preoccuparci del presente. Perché, se guardi solo avanti, rischi di cadere nel fosso. Il Regno di Dio si costruisce qui, oggi, in quello che fai, in quello che dici, in come ti relazioni. È un bicchiere d’acqua, un gesto buono, una carezza data a chi soffre”.
“Per questo ai nostri ragazzi – continua – abbiamo chiesto di farsi dono per ogni persona incontrata in questi giorni – altri pellegrini, volontari, passanti. Anche chi non lo ha chiesto. Perché la ricchezza che i nostri giovani hanno dentro diventi dono formidabile per chi ha bisogno, ora o magari in futuro”.
“Sono tantissimi i giovani qui a Tor Vergata – conclude Lojudice – che sono a Roma per celebrare la bellezza dell’essere cristiani e l’importanza di farsi testimoni di speranza nella nostra vita di tutti i giorni e in tempi così cupi. Questa gioia invada il mondo: ne ha veramente bisogno ”.



Nella giornata di ieri, i giovani delle diocesi di Siena e Montepulciano presenti a Roma per partecipare al Giubileo dei Giovani hanno preso parte all’incontro in piazza san Pietro “Tu sei Pietro”, un incontro animato da canti, letture, esibizioni di artisti e testimonianze, al termine del quale il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, ha presieduto la professione di fede davanti a un totale di 40mila ragazzi e ragazze da tutta Italia. Durante il pomeriggio, alcuni giovani hanno anche avuto modo di scattarsi una foto con Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, e con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
“Disarmiamo i nostri cuori per disarmare cuori e mani di un mondo violento, per guarirne le cicatrici, per impedire nuovi conflitti”, è stato l’appello del card.Zuppi nell’omelia per la Professione di fede dei giovani.

«Nessuno è qui per fare una passeggiata – ha detto il card. Lojudice nel corso dell’omelia –. Siamo venuti a Roma per vivere un’esperienza forte, vera, di Chiesa. E per testimoniare che siamo fratelli in Cristo, pronti a costruire qualcosa di bello e di buono».
Prendendo spunto dalle letture del giorno, il Cardinale ha poi voluto richiamare i ragazzi al valore dell’impegno, della pazienza e della fiducia: «Anche quando vi sentite piccoli, inadeguati o insignificanti, ricordate che dentro ciascuno di voi c’è un grande tesoro. Il Regno di Dio è simile a un granello che cresce, a un pizzico di lievito che fermenta tutto l’impasto. Anche da una sola parola, da un gesto, può sbocciare qualcosa di grande».
Lojudice ha messo in guardia dalla tentazione dell’impazienza, come quella del popolo d’Israele che nel deserto si costruì un idolo: «La libertà costa fatica, la fede chiede tempo. Non possiamo creare un Dio a nostra immagine e somiglianza, che ci accontenta subito. Dio si rivela nel cammino, nella storia, nella realtà quotidiana, non in una risposta preconfezionata».
Un passaggio importante è stato dedicato al senso del Regno di Dio, spesso frainteso come realtà lontana, futura, o persino “da immaginario collettivo”: «Gesù non ci ha detto com’è il paradiso. Ci ha detto di preoccuparci del presente. Perché se guardi solo avanti, rischi di cadere nel fosso. Il Regno di Dio si costruisce qui, oggi, in quello che fai, in quello che dici, in come ti relazioni. È un bicchiere d’acqua, un gesto buono, una carezza data a chi soffre».
Il cardinale ha poi affidato ai giovani un compito concreto: «Fate in modo che ogni persona che incontrerete in questi giorni – altri pellegrini, volontari, passanti – possa ricevere qualcosa di bello da voi. Anche chi non ve lo chiederà. Perché la ricchezza che avete dentro diventi dono per chi ha bisogno, ora o magari in futuro».
Infine, un appello accorato alla responsabilità e alla solidarietà: «Non possiamo dimenticare chi soffre, chi vive la guerra, i bambini che muoiono. Non dipende tutto da noi, ma qualcosa sì. E quel qualcosa non può essere disatteso. Dipende dal nostro modo di guardare il mondo, di pensare, di agire, di amare».
La Messa si è conclusa con l’augurio di «un buon Giubileo, un buon pellegrinaggio», con l’invito a vivere ogni giorno come «un innesco della potenza di Dio», capaci di far germogliare la speranza anche nel cuore più arido.

Si inizia questo pomeriggio, alle ore 18, con la Santa Messa presieduta dal Card. Augusto Paolo Lojudice nella parrocchia dell’Ascensione al Quarticciolo a Roma. Il cardinale predicherà la catechesi ai giovani domani, 29 luglio 2025, alle ore 9.30 sempre nella parrocchia dell’Ascensione.
Venerdì 1 agosto 2025 alle ore 9.30, insieme ad altri sacerdoti, confesserà i ragazzi e alle ore 11,30 celebrerà la Santa Messa nella parrocchia dell’Ascensione. Alle ore 17 guiderà la Via Crucis dei giovani delle diocesi toscane presso la chiesa di SS. Giovanni e Paolo a Roma (nel parco dei Padri Passionisti).
Sabato 2 agosto 2025, alle ore 10 il card. Lojudice presiederà la santa Messa conclusiva nella parrocchia dell’Ascensione e poi sarà a Tor Vergata con i ragazzi per la veglia con Papa Leone XIV.
“Un’esperienza – spiega il card. Augusto Paolo Lojudice – che aiuta i nostri ragazzi a capire ed entrare in contatto con realtà che possono sembrare lontane, ma che fanno parte delle grandi aree metropolitane italiane dove spesso il disagio e la povertà sono una costante. Il Giubileo è anche questo, capire come poter esser portatori di speranza nei luoghi più difficili e complicati”.
“Sarà un Giubileo speciale – continua il Cardinale – per i nostri giovani che potranno vivere giornate che non dimenticheranno mai, a partire dall’incontro con il Santo Padre Leone XIV. Io stesso sarò con loro a Tor Vergata per la veglia di preghiera il 2 agosto”.

È iniziato ieri sera dalla parrocchia di S. Pietro a Radicofani il cammino a piedi sulla via Francigena di 11 giovani delle diocesi di Siena e Montepulciano. Un pellegrinaggio verso Roma per rispondere all’invito lanciato da Papa Francesco di essere uomini e donne che testimoniano, che si mettono in cammino. «Durante il percorso – spiega padre Raffaele Mennitti, che accompagna i ragazzi – le riflessioni saranno centrate proprio su Pietro, che scrive e ci chiede di rendere testimonianza della nostra speranza. Passo dopo passo, comunità dopo comunità, ci conosceremo e soprattutto ci lasceremo interrogare su come testimoniare Cristo, come annunciarlo. Siamo carichi di gioia nell’affrontare insieme questo cammino”.
Domani, domenica , 29 giugno 2025, alle ore 16,30, nella chiesa di S. Agostino a Montepulciano, si terrà l’incontro giubilare dei gruppi corali della diocesi. L’iniziativa ha come titolo “Una sola voce per essere pellegrini disperanza”.
Il programma prevede l’introduzione e la rassegna delle corali della diocesi e subito dopo si terrà il pellegrinaggio giubilare verso la chiesa di S. Agnese guidato dal Card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza.
Alle ore 18,30 il card. Lojudice presiederà la Celebrazione Eucaristica, che sarà animata dalle corali.


Saranno due giornate. La prima, di riflessione con un dibattito insieme a don Marco Belleri, ingegnere e scrittore si è occupato, a dieci anni dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato sì, degli aspetti pratici con le indicazioni di teologia morale che ispirano la quotidianità con le sue azioni concrete. Con lui anche Cecilia dall’Oglio, Direttrice Associata dei programmi europei del Movimento Laudato Si.
Introdurrà i lavori il Card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano- Chiusi-Pienza.
Il 14 giugno 2025 a margine del dibattito con gli esperti il card. Lojudice e i primi cittadini delle due diocesi che gli sono state affidate aderiranno al “PATTO PER LA DECARBONIZZAZIONE” promosso dal Movimento Laudato Sì per impegnare la propria istituzione a disinvestire dai combustibili fossili.
La seconda giornata sarà dedicata a momenti di spiritualità e al pellegrinaggio alla Madonna degli Scout sul Monte Amiata.

Questa mattina , si è tenuto il pellegrinaggio Giubilare alla Basilica di San Paolo Fuori le mura dell’Associazione “Durante e dopo di Noi dell’area VDC senese” di Querce al Pino (Chiusi). Ad accompagnarli il vicario generale della diocesi, Don Antonio Canestri e il direttore della Caritas diocesana, Don Vittorio Giglio.
Il programma ha previsto il passaggio della Porta Santa, un’accurata spiegazione storico, artistica e spirituale del luogo da parte di don Canestri e un momento di preghiera in una delle cappelle della Basilica alle ore 11,30.
Subito dopo nei giardini del parco Schuster, adiacente alla Basilica, si è tenuto un momento di sosta e di convivialità al quale hanno preso parte parte anche il card. Augusto Paolo Lojudice e il presidente dell’VIII Municipio di Roma Capitale, Amedeo Ciaccheri.
Alle ore 15 il gruppo si è spostato alla Basilica di Santa Maria Maggiore dove è stato reso omaggio alla tomba di Papa Francesco.

