ABBADIA SAN SALVATORE, LA VIA CRUCIS DIOCESANA OCCASIONE PER “MEDITARE SULLA VITA”

Meditare sul cammino di Gesù verso il Calvario significa meditare sulla vita, con tutti i suoi momenti di lotta e difficoltà ma anche con il coraggio di andare avanti fino in cima senza perdere la speranza. In questo senso la Croce diventa l’immagine più fedele della vita e la sua più vera interpretazione. Questo il concetto espresso dal nostro vescovo, cardinale Augusto Paolo Lojudice, nella Chiesa dell’Abbazia ad Abbadia S. Salvatore, a conclusione della via crucis organizzata dall’Azione Cattolica diocesana e svoltasi, come tradizione, sabato scorso delle Palme 12 aprile.  Due gli aspetti che hanno caratterizzato in modo originale la via crucis di quest’anno: il tema giubilare della speranza e il coinvolgimento dei giovani attraverso l’Istituto Avogadro-Da Vinci di Abbadia, la pastorale giovanile diocesana e le parrocchie.

“Pellegrini di speranza”, il motto dell’anno santo, ha accompagnato il cammino attraverso la lettura, ad ogni stazione, di parti della bolla di indizione del Giubileo Spes non confundit. Le parole del Pontefice hanno aiutato i partecipanti a camminare con spirito profondamente cattolico, cioè universale, volgendo l’attenzione ai drammi dell’umanità di oggi:  dalle guerre alle ingiustizie, dallo scandalo della povertà fino all’oppressione della dignità umana e ai pericoli di autodistruzione presenti nel mondo. Di fronte a questo le parole di papa Francesco richiamano continuamente la speranza cristiana nelle sue dimensioni sia terrene che celesti. Particolarmente significativo, in quest’anno giubilare, il riferimento al valore della preghiera per i defunti e ai novissimi, oggetto dei recenti esercizi spirituali nella nostra diocesi. Il senso di ogni stazione è stato poi illuminato dalla Parola di Dio e dalle profonde preghiere e meditazioni offerte dalle parrocchie,  aggregazioni e altre realtà ecclesiali cha hanno generosamente accolto l’invito a partecipare in spirito sinodale. Le strade di Abbadia San Salvatore hanno visto camminare dietro la croce persone di ogni età, con una bella presenza di giovani, e ad ogni sosta è stato possibile ammirare i pannelli realizzati dagli alunni dell’Istituto Avogadro, validamente coordinati dai loro insegnanti.  Opere che colpiscono per la capacità di andare all’essenziale con un linguaggio figurativo giovane nella fedeltà al messaggio evangelico. Che in queste settimane alcuni giovani abbiano meditato sul significato della via crucis ed abbiano messo a disposizione le proprie competenze è un segno di speranza per tutta la comunità ecclesiale e civile. All’ingresso nell’Abbazia una nuova sorpresa ha accolto i partecipanti: i ragazzi della scuola secondaria di primo grado hanno donato dei segnalibro ricordo realizzati da loro con la guida dei propri insegnanti: una forma di accoglienza e la dimostrazione che la Croce parla a tutti e tutti possono lasciarsi ispirare da essa. Come ogni anno non è mancata un’attenzione effettiva ai poveri della nostra terra: i partecipanti hanno rinunciato alla cena per offrire il corrispettivo alla Caritas diocesana. Un altro segno eloquente che ha accompagnato il cammino è stato il fatto che per molte stazioni la croce è stata portata dai presbiteri: un modo per ribadire quanto è prezioso il loro servizio e quanto è doveroso pregare per essi, come ha ricordato il cardinale invitando i fedeli alle celebrazioni della settimana santa e, in particolare, alla messa del Crisma.

(A cura di Paolo Cencini).