Salutando i fedeli in pellegrinaggio giubilare a Roma dalle diocesi della Toscana, di Camerino-San Severino Marche, di Fabriano-Matelica, di Lanciano-Ortona, in Abruzzo, e di San Severo, in Puglia, oggi 11 ottobre in piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha esortato le loro comunità a declinare le “urgenze pastorali” dell’evangelizzazione in quelle “sociali”, legate alla dimensione del lavoro e dell’occupazione, “incarnando” le prime nella realtà concreta delle seconde. Queste “urgenze” pastorali e sociali, ha spiegato il Pontefice nel suo messaggio di saluto, “chiamano ciascuna delle nostre Comunità cristiane a un risveglio dell’evangelizzazione e a un discernimento sulle forme di presenza ecclesiale nel territorio”. Poco prima del discorso Papa Leone ha salutato la piazza in un giro in papamobile, fermandosi a salutare diversi bambini.
Sperimentare nuove forme di evangelizzazione
Da un lato, nel suo discorso, il Papa ha sottolineato dunque l’esigenza di trovare nuove vie dell’evangelizzazione, invitando tutti, sinodalmente, alla “sperimentazione”. Siamo tutti chiamati a interrogarci e ad immaginare nuove vie pastorali per un rinnovato annuncio del Vangelo, soprattutto per affrontare alcuni temi come la catechesi dell’iniziazione cristiana. È necessario che si faccia un vero e proprio esercizio sinodale, cioè che si cammini insieme per interrogarsi, per iniziare qualche sperimentazione. Il Papa ha citato poi alcuni esempi di “sperimentazione” virtuosa, come “il caso del Tribunale ecclesiastico” – oggetto di recenti riforme per renderlo un organismo pastoralmente più prossimo, più accessibile e che garantisca maggiore trasparenza e certezza dei provvedimenti – e la “formazione iniziale dei presbiteri ai Seminari”.
La prossimità al mondo del lavoro
Ma una comunità ecclesiale pastoralmente attenta alle persone non può, dall’altro lato, ignorare la realtà sociale in cui esse vivono, spesso in tensione a causa di preoccupanti crisi occupazionali. Questo interesse della Chiesa per il mondo del lavoro “non deve apparire fuori luogo”, ha spiegato ancora il Pontefice citando il Discorso ai lavoratori di San Paolo VI del 18 marzo 1984. Tutt’altro. La Comunità cristiana di fronte alle conseguenze negative della crisi occupazionale e sociale, di fronte alle incerte prospettive del futuro, è chiamata ad esercitare, con generosa passione, un ruolo molteplice studiando i problemi, elaborando soluzioni, assumendo proprie responsabilità: insomma, essa deve essere Chiesa sul territorio, cioè Chiesa presso le case, Chiesa presso le fabbriche, Chiesa ‘presso l’uomo’.
La crisi della manifattura in Toscana
Perfino in “una terra laboriosa come la Toscana, in cui sono presenti alcune eccellenze del piccolo mondo dell’artigianato e della piccola e media industria”, ha proseguito il Papa, la crisi economica erode la sfera occupazionale. È doloroso constatare come la crisi economica che coinvolge numerose aziende costringe al licenziamento di tanti lavoratori e tanti altri li lascia in cassa integrazione.
Una Chiesa “incarnata”
Di qui l’invito di Leone XIV a portare i valori della Buona Novella anche dentro la dimensione sociale e lavorativa delle persone. Infine ha citato l’enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti:
Vi esorto ad essere una Chiesa vicina al mondo del lavoro, compassionevole e incarnata perché l’annuncio del Vangelo diventi presenza concreta di consolazione e di speranza, ma anche parola profetica che richiami l’importanza di garantire il lavoro a tutti, in quanto esso ‘è una dimensione irrinunciabile della vita sociale’.
QUI IL TESTO DEL DISCORSO DEL PAPA: Discorso del Santo Padre Leone XIV alle Diocesi Toscane e altre – 11 ottobre