È stata pubblicata oggi “Dilexi te” (“Ti ho amato”), l’Esortazione apostolica di Papa Leone XIV che, per il suo primo documento ufficiale, fa proprio un progetto che era stato cominciato da Papa Francesco. È lo stesso Pontefice a spiegarlo, nella premessa del documento: «In continuità con l’Enciclica “Dilexit nos”, Papa Francesco stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita, un’Esortazione apostolica sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, intitolata “Dilexi te”. Avendo ricevuto come in eredità questo progetto, sono felice di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo ancora all’inizio del mio pontificato, condividendo il desiderio dell’amato Predecessore che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri. Anch’io infatti ritengo necessario insistere su questo cammino di santificazione, perché nel richiamo a riconoscerlo nei poveri e nei sofferenti si rivela il cuore stesso di Cristo, i suoi sentimenti e le sue scelte più profonde, alle quali ogni santo cerca di conformarsi».
Il documento parla di tutte le povertà, da quella economica a quella educativa, dai malati ai carcerati percorrendo tutte le categorie più fragili della società. Proprio nel primo capitolo del documento papa Prevost si dice anche «convinto che la scelta prioritaria per i poveri genera un rinnovamento straordinario sia nella Chiesa che nella società, quando siamo capaci di liberarci dall’autoreferenzialità e riusciamo ad ascoltare il loro grido». Aggiunge poi, più avanti: «La condizione dei poveri rappresenta un grido che, nella storia dell’umanità, interpella costantemente la nostra vita, le nostre società, i sistemi politici ed economici e, non da ultimo, anche la Chiesa. Sul volto ferito dei poveri troviamo impressa la sofferenza degli innocenti e, perciò, la stessa sofferenza del Cristo». Il Pontefice sottolinea anche come le povertà sono diverse, materiali, morali, culturali e che «l’impegno a favore dei poveri» rimane «insufficiente», i criteri della politica sono «segnati da numerose disuguaglianze e, perciò, a vecchie povertà» se ne aggiungono «di nuove, talvolta più sottili e pericolose».
A fronte del crescere dei poveri persiste «l’illusione di una felicità che deriva da una vita agiata e spinge molte persone verso una visione dell’esistenza imperniata sull’accumulo della ricchezza e sul successo sociale a tutti i costi, da conseguire anche a scapito degli altri e profittando di ideali sociali e sistemi politico-economici ingiusti, che favoriscono i più forti. Così, in un mondo dove sempre più numerosi sono i poveri, paradossalmente vediamo anche crescere alcune élite di ricchi, che vivono nella bolla di condizioni molto confortevoli e lussuose, quasi in un altro mondo rispetto alla gente comune». Sottolinea dunque come «ancora persiste, a volte ben mascherata, una cultura che scarta gli altri senza neanche accorgersene e tollera con indifferenza che milioni di persone muoiano di fame o sopravvivano in condizioni indegne dell’essere umano».
Qui il testo completo dell’Esortazione Apostolica “Dilexi Te”